Il riconfermato ministro della Salute Roberto Speranza ha presentato il piano vaccinale anticovid alla fine dell’anno 2020. Da quel momento il suo mantra e quello che vorrebbe fosse dell’intera nazione è stato quello di vaccinare il più possibile e, ad oggi, in Italia le persone vaccinate (con due dosi) sono 1.340.986, il 2,23% della popolazione.

Nonostante i dati siano ancora limitati ci sono opinioni discordanti sul tema vaccini. C’è chi dice che è necessario “vaccinare, vaccinare, vaccinare”. Chi, al contrario, ritiene non utile sottoporsi alla punturina. Secondo il dottor Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, “servirebbe una legge contro gli infermieri no-vax“. Bassetti si è schierato dunque contro i medici no-vax, affermando che c’è “un vuoto legislativo che andava colmato prima della campagna vaccinale”.

Ecco il suo intervento completo a “Lavori in corso”.

“E’ una situazione di stallo che potrebbe far vedere una ripartenza nelle prossime settimane: la cosiddetta terza ondata. Speriamo di essere più preparati rispetto a quello che è successo nella prima e nella seconda. Ci vuole cautela da una parte e dall’altra, non dare messaggi allarmistici come non dire che va tutto bene. Bisogna andare a vedere le situazioni anche a livello locale.

Chi non è vaccinato non può fare l’operatore sanitario o il medico perché mette a rischio la propria salute e quella del paziente che va ad assistere. Su questo credo che ci sia un vuoto legislativo che andava colmato prima della campagna vaccinale.
Rispetto a quali vaccini vengono somministrati: questa è una delle colpe che possiamo dare al nostro sistema Italia, si è fatto un po’ di confusione. Questa è stata un’operazione, dal punto di vista mediatico, completamente fallimentare. Pfizer e Moderna sembravano i vaccini migliori, mentre quello dell’AstraZeneca, che è un ottimo vaccino, è stato revisionato. C’è il vaccino di serie A e di serie B.

Il problema è questo: non avere prodotto dei dati non vuol dire che il vaccino non sia efficace. E’ chiaro che oggi bisogna ricorrere ai ripari e tornare a parlare. Stiamo affrontando una campagna vaccinale più grande della storia con le stesse modalità con cui si affronta quella antinfluenzale. Dobbiamo cambiare la testa, il fattore tempo è fondamentale.

Nel momento in cui ci si è accorti che c’era un problema di approvvigionamenti di vaccini, avrebbe dovuto esserci un piano B. Se la strategia europea è stata non eccezionale per i vaccini, ogni paese ha un sistema sanitario indipendente dall’altro. Dobbiamo cercare di anticiparlo questo virus, non cercare sempre di corrergli dietro. La risposta migliore al Covid non sono i lockdown ma la vaccinazione in maniera continua, chirurgica rapida e spietata oppure continueremo su un sistema che oggi non funziona”.