“Avevo due scelte: o morire di depressione o sentirmi vivo. Quindi ho fatto questo disco tutto da solo”. Giuseppe Povia, conosciuto più semplicemente come Povia, ha usato il suo amore per la musica e la famiglia per sopravvivere al primo lockdown. Ed è proprio da quell’amore che è nato il suo nuovo album ‘Imperfetto‘.

Imperfetto perché, racconta ai nostri microfoni, lo ha arrangiato, realizzato, prodotto, registrato e masterizzato tutto da solo nella sua cantina.

L‘album non si trova da nessuna parte, si può solo ordinare su internet e sarà lui personalmente a inviarlo tramite mail o in chiavetta USB per posta. Un album totalmente fuori dagli schemi dunque, come del resto anche i suoi contenuti. “Tratta delle tematiche sociopolitiche – spiega – il momento richiedeva un po’ di protesta in musica”.

E probabilmente è proprio questo suo essere sopra le righe che non viene accolto facilmente da direttori ed editori: il singolo ‘Torneremo Italia‘ infatti è stato scartato dal Festival di Sanremo di quest’anno.

“Con questi pirotecnici evidentemente non è tempo di Povia – ha detto in diretta – ci vuole la patente secondo me per un cantautore per cantare questi temi. Posso capire che può dar fastidio a un direttore o ad un editore che un cantautore arrivi dal nulla e parla di Mes, Recovery Fund, colpo di Stato Berlusconi del 2011, o della guerra in Siria… Insomma che parla di temi controcorrente. Dall’altra però ci dovrebbe essere un po’ più di democrazia in modo da lasciare spazio a chi tratta temi che non tratta nessuno”.

In questa intervista Stefano Raucci ci fa scoprire i dettagli più curiosi e toccanti di ciò che ha portato alla creazione di questo album. Con Povia in collegamento, ecco com’è andata.