Si va verso la fine della crisi: anche la fase del “totoministri” è superata dopo che il Premier incaricato Mario Draghi è salito al Quirinale a svelare i nomi dei ministri della nuova squadra di Governo.
Restano Di Maio, Speranza e Lamorgese, subentrano Giorgetti e Brunetta dal Carroccio, mentre il MEF viene affidato al solo vero tecnico presente in lista: l’ex numero uno di Bankitalia Daniele Franco, in tempi non sospetti poco gradito a Di Maio e ai 5 Stelle.
Una squadra molto politica insomma, che abbiamo commentato in diretta a ‘Lavori in Corso’ con il consigliere capitolino della Lega Davide Bordoni.

E’ un governo molto politico, mi aspettavo sinceramente un governo più tecnico.
Brunetta comunque non aveva fatto male al Ministero della Pubblica Amministrazione, aveva fatto un lavoro importante di svecchiamento, anche di mentalità, fermo restando che ci furono polemiche perché ha un carattere particolare.
Un governo di questo tipo non sarà facile da gestire con tutte queste anime politiche al suo interno, evidentemente deve avere degli obiettivi a tempo. E’ un Governo d’emergenza: tutti dentro per fare ciò che serve al paese.

Il tecnico è giusto all’economia, perché comunque la Lamorgese faceva già parte del Conte bis. Importante è anche il nome di Colao all’innovazione, perché parliamo anche di un settore strategico; importante anche Giovannini alle infrastrutture: speriamo che si possano sbloccare tutte quelle opere pubbliche e non ci siano le sterili contrapposizioni “Tav sì”-“Tav no”.

Speranza? Il tema è che cambiare oggi ministro della salute, in questa fase di emergenza, sarebbe stato difficile. Secondo me son stati fatti molti errori, ma oggi cambiare il dicastero della salute in corsa sarebbe stato non semplice“.