Il Recovery Plan viene raccontato come se fosse un piano di investimenti. Cioè, noi dobbiamo prendere quei soldi dell’Europa, perché così facciamo investimenti.

Primo concetto: non sono soldi dell’Europa, sono soldi nostri. Cioè soldi che lo Stato italiano, attraverso le tasse, mette in Europa e che poi a certe condizioni ci vengono prestati. Dopodiché noi li dovremmo rimborsare.

E ci saranno due modi per rimborsare i soldi del Recovery Plan: o verranno pagati dagli Stati all’Unione Europea, ma l’Unione europea prende la moneta dagli Stati e quindi dai bilanci che gli Stati le danno attraverso i trasferimenti. Noi in questo siamo contributori netti, cioè siamo storicamente creditori dell’Unione Europea e non debitori, come molti ingenuamente pensano. Noi siamo creditori, eppure veniamo sempre trattati a calci nel sedere.

Quindi siamo noi cittadini che diamo all’Europa soldi che poi loro, attraverso i burocrati, decidono come noi possiamo spenderli. Quindi è una cessione di libertà dell’uso del denaro, cioè un progetto di schiavitù. Oppure lo pagheremo attraverso l’aumento delle tasse europee. Si inventeranno qualche cosa, tasse sul green, tasse sulla pandemia, ma noi dovremo pagarle. Alla fine pagheranno sempre i cittadini. Sono soldi che i cittadini italiani pagheranno lavorando e non essendo liberi di spendere i frutti del proprio lavoro.

Malvezzi Quotidiani, L’economia umanistica spiegata bene