“Vi spiego perché Mario Draghi non diventerà Presidente della Repubblica” ▷ Gervasoni

Una delle partite più importanti che si gioca questa legislatura è quella della nomina del prossimo Presidente della Repubblica. Il mandato di Sergio Mattarella, infatti, scade proprio quest’anno ed è a questo Parlamento che spetta l’onere, o l’opportunità, di decidere ci sarà il prossimo Capo dello Stato.

Sono in tanti a sostenere che dietro la scelta dei ministri del nuovo esecutivo ci sia un piano secondario (ma non troppo) e ben delineato: quello cioè della corsa alla più alta carica dello Stato proprio del neo Premier Mario Draghi. Imbonirsi tutti i leader dei partiti che contano, dunque, allo scopo di garantirsi la presidenza nel 2022.

Non è di questo avviso il Professor Marco Gervasoni che in questa intervista ha spiegato nel dettaglio i motivi per cui secondo lui non sarà Mario Draghi il prossimo Presidente della Repubblica. Ecco cosa ha detto.

Io ho studiato in un libro anni fa le storie dei presidenti della Repubblica: tutti quelli che vengono dati con anticipo Presidenti della Repubblica non lo diventano.
Tutti i Presidenti della Repubblica sono saltati fuori dal cilindro dei partiti anche una settimana prima. All’inizio nessuno citava Mattarella ad esempio, quindi questa cosa che Draghi andrà al Quirinale secondo me è tutta da vedere. Un conto è Draghi adesso che ha il 70% di consenso, però attenzione che se Draghi fa le riforme questo creerà sicuramente malessere. Se non le fa poi non va bene lo stesso, perché la situazione è abbastanza degradata.

A meno che non introduciamo la procedura monarchica per cui Mattarella cede lo scettro direttamente a Draghi, Draghi deve essere votato dalle camere e alcuni rappresentanti delle regioni e dei comuni. Lì ci vuole un accordo politico molto forte su un nome non screditato. Però non è mai successo nella storia italiana che un Presidente del Consiglio uscente poi fosse eletto Presidente della Repubblica, dopo un anno da Presidente del Consiglio rischi di essere già usurato.

Secondo me la parabola è la stessa di Monti che veniva descritto come una specie di eroe e poi l’anno dopo è stato “sputacchiato”. Adesso tutti quelli che sostenevano Monti, anche giornalisti, dicono che Draghi non c’entra niente con Monti.
Se va al Quirinale, Draghi acquisisce lì il vero potere. Noi siamo effettivamente entrati in un regime presidenziale: tutti i governi dal Conte 1 in poi sono governi che il Presidente della Repubblica ha scelto e ha determinato in maniera importante fino all’ultimo. E’ il Quirinale il vero centro del potere.
Secondo alcuni maligni Mattarella avrebbe chiamato Draghi proprio per bruciarlo, perché Mattarella vorrebbe fare il secondo mandato. Anche lì potremmo vedere una certa ingenuità da parte della Lega, che dice di essere entrata al Governo anche per determinare il prossimo Presidente della Repubblica. E se poi gli arriva un Prodi lo votano?”