L’uomo del calciomercato torna ai nostri microfoni. Gianluca Di Marzio esprime la sua opinione sulla sessione invernale di contrattazioni calcistiche appena terminato. Un mercato certamente povero, con pochi denari in circolo e la crisi che pesa come un macigno.

Il giornalista Sky è intervenuto durante il consueto appuntamento del venerdì con Food Sport. In studio Francesco Di Giovambattista ed Enrico Camelio.

Un mercato di gennaio povero ma seguitissimo

Questo è stato il mercato più visto di sempre a livello televisivo. Gli ascolti hanno premiato il nostro programma. La gente, anche se è stato un mercato con poche operazioni, voleva comunque stare lì a cercar di capire le dinamiche. La gente non ha abbandonato il calciomercato che, brutto o bello che sia, resta un grande appuntamento. Le persone hanno continuato a stare vicini ai propri club”.

Perché si sono mosse più le squadre medio-piccole rispetto alle medio-grandi?

Statisticamente è quasi sempre così. A gennaio sono le squadre che devono salvarsi ad intervenire. Numericamente è cambiato moltissimo. Non è più quella fiera dei sogni, ma ora la gente sogna di meno e vive la realtà. L’indice di liquidità
sicuramente occuperebbe un capitolo del mio secondo libro sul calciomercato
“.

Le difficoltà nel mercato invernale della Roma

I giallorossi avevano da piazzare Fazio, Juan Jesus, Pastore e Santon. Ha dovuto fare i conti con rifiuti da parte dei giocatori. Su Fazio alla fine è stato il Parma a decidere di non fare più l’operazione. Il Parma non si è voluto impegnare, in caso di salvezza, a fronteggiare uno stipendio così alto del giocatore. Santon invece ha detto no al Crotone e allo Spezia, anche giustamente perché non se la sentiva di andare in quelle squadre“.

Sui contatti tra Allegri e la Roma

Adesso non succede niente. Era un discorso che poteva avere uno sviluppo prima di Roma-Spezia, quando Fonseca si è giocato la panchina dopo l’eliminazione in Coppa Italia, ma poi non ha avuto altri sviluppi. C’è stato quell’incrocio al Principe di Savoia a Milano con Pinto che è entrato dentro dove c’era anche Allegri, e molte persone hanno pensato che ci fosse stato un incontro. Io conosco molto bene le persone con Pinto e con Allegri, vi posso assicurare che non c’è stato nessun tipo di incrocio tra le parti. Per il futuro ci sarà il tempo per valutare la situazione“.

La mentalità di mister De Zerbi

E’ stato lui a dire di no alla Roma. Questo non perché De Zerbi volesse fare lo snobbista. Roberto è un allenatore strano. Lo conosco da quando avevo 20 anni perché mio padre, quando faceva il direttore sportivo del Padova, lo portò dalla Primavera del Milan per la prima esperienza da professionista. Roberto non ha fretta di allenare un grande club e soprattutto lo vuole soltanto a determinate condizioni. Vuol dire avere giocatori con caratteristiche giuste per il suo tipo di calcio“.

“Perché dare per spacciato Fonseca?”

Perché state facendo già fuori Fonseca? Se dovesse finire bene la stagione? Mi pare che sia in linea con gli obiettivi, cioè soprattutto quello di riportare la Roma in Champions. Ha gestito il caso Dzeko tirando fuori gli attributi. La Coppa Italia? Se si perde non è solo colpa dell’allenatore“.