Crisi politica interna al Governo e emergenza economica determinata dalla chiusure causa covid si intrecciano nelle recenti affermazioni del professor Mario Monti. Nel suo editoriale di domenica scorsa pubblicato sul Corriere della Sera il senatore a vita ha infatti posto i suoi paletti per votare la fiducia a Conte, cosa che poi si è avverata lo scorso mercoledì nell’aula di Palazzo Madama.

“Per molte attività lo Stato sarebbe meglio che favorisse la ristrutturazione o la chiusura”: questa la dottrina Monti, contestata da diverse parti negli ultimi giorni. Ma in effetti, come sostenuto dal professor Valerio Malvezzi interpellato sull’argomento da Fabio Duranti e Francesco Vergovich, l’ex Premier tecnico “sta dicendo il pensiero neoliberista degli ultimi 20 anni, sta portando avanti la sua linea politica”. La chiave di lettura, dunque, sarebbe quella che ha portato a scelte simili in passato.

Questo il commento del Prof. Malvezzi a “Un giorno speciale”.

“Il professor Monti, senatore a vita, dice sostanzialmente che probabilmente dovremmo interrogarci sul fatto che invece di dare dei contributi alle imprese in difficoltà, lo Stato dovrebbe aiutarle a chiuderle o ristrutturarle. Questa mi sembra sia la sua frase letterale. Io non ci trovo nulla di strano, nel senso che il professor Monti sta dicendo il pensiero neoliberista degli ultimi 20 anni, sta portando avanti la sua linea politica. E stanno vincendo a mani basse in tutto il mondo.

Io faccio una sola domanda sotto il profilo giuridico: ma se lei senatore Monti è un neoliberista e ritiene che quindi il mercato si regoli da sé per quale motivo prevede un intervento dello Stato in economia solo per far chiudere le imprese o ristrutturarle? Per un neoliberista lo Stato non dovrebbe starsene fuori?

Ma vogliamo scendere sul piano della gente che vive del suo piccolo lavoro? Ristrutturo una pizzeria, che cosa faccio? La verità è che di quelle due ipotesi lo Stato può farne solo una: farla chiudere. E può farla chiudere o negando i contributi a fondo perduto o negando di non fare pagare le tasse, anzi aumentandogli le tasse e mandandogli le cartelle esattoriali.

In una situazione come quella che stiamo vivendo le aziende che soffrono di più sono le più piccole. Vogliamo parlare degli effetti del coronavirus? Non possiamo far finta di niente. Perché si fa finta di niente? Si fa finta di niente perché questi effetti sono molto più gravi sul sistema delle piccole, medie e micro imprese. Le grandi imprese hanno altri strumenti di finanziamento.

Quello che ha detto il professor Monti fa parte di questo disegno: se ci sono delle imprese che non stanno più sul mercato le facciamo chiudere o le ristrutturiamo. Attenzione che un modo di ristrutturare, lo dirò in termini brutali, è andarsi a pappare le aziende italiane. E’ la strada per mettere il Paese nelle mani di multinazionali che se lo comprano e fanno affari. Quindi, dato che il nostro modello economico è basato sul “family business”, noi stiamo rischiando di farci comprare non solo le imprese ma anche le famiglie”.