Se seguiamo la narrazione ufficiale gestita dai pedagoghi del nuovo ordine mondiale americanocentrico, dovremmo immaginare che adesso, finita l’era Trump, debba iniziare una magnifica epoca di libertà, diritti e pace nel mondo.
In sostanza il problema si chiamava Trump.
Biden è la soluzione, e così abbiamo l’happy ending tanto atteso.
Eppure sembra che la realtà fattuale ancora una volta abbia la testa dura e metta sotto scacco le narrative più collaudate, che sono poi sempre quelle delle classi dominanti che utilizzano la loro potenza intellettuale e i loro chierici di accompagnamento per poter imporre alla società tutta le proprie idee.

Ebbene, cosa sta facendo Biden nel giorno 1 del suo insediamento?
Troviamo la notizia riportata da più fonti, come “L’Antidiplomatico” o “Il Sussidiario.net”, secondo cui “Convogli militari USA entrano nella Siria“, e segnatamente nella Siria nord-orientale.
Stando a un rapporto sul campo citato dall’agenzia “Sana” e ripreso da “Al-Masdar” e “L24”, all’alba di ieri un grande convoglio militare targato USA e composto dal almeno 40 camion e da parecchi veicoli blindati, ha invaso la Siria nord-orientale, scortato da caccia, elicotteri d’attacco e numerosissimi soldati.

Come volevasi dimostrare, la narrativa che celebrava Biden come il “Dux” della pace universale è già volata in frantumi. Possiamo anzi ragionevolmente dire che si sta concretando quanto già da tempo noi sostenevamo, ossia il fatto che i conflitti nel mondo – che era stato uno dei meriti di Trump bloccare – stanno già riprendendo in pompa magna, anzi, possiamo verosimilmente immaginare che se vi sarà con Biden una caratteristica diversa rispetto all’era Trump, sarà proprio il riesplodere endemico dei conflitti.

Come ha detto lo stesso Biden, “gli Stati Uniti vorranno essere di nuovo protagonisti nel mondo“. Ed esserlo, per la monarchia dell’hamburger, la civiltà del dollaro, significa sempre e solo una cosa: svolgere il ruolo di potenza imperialistica che chiama “missioni di pace” i propri bombardamenti, che chiama “forme di umanitarismo” e “democrazia d’asporto” quelle che sono aggressioni manu militari di matrice schiettamente imperialistica.

Gli Stati Uniti sono tornati a svolgere appieno la parte che con Trump avevano sospeso, la parte della potenza imperialistica che pretende di occupare il mondo intero e di decidere sovranamente essa sola, squalificando come Stati-canaglia tutti gli Stati che osino resistere al dominio monopolare atlantista.
Ecco perché, come più volte ho ricordato, la globalizzazione è in gran parte una americanizzazione del mondo.

Questa mossa nel giorno 1 di Biden è la prova provante di quella che resta una delle costanti più sgradevoli (eufemismo) dell’impero talassocratico e imperialistico, per sua essenza, degli Stati Uniti d’America.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro