Piste da sci: c’è il dubbio di aprire. Non parliamo dell’Italia, ma di Svizzera e Austria i cui impianti sciistici, al contrario dell’Italia, potrebbero restare aperti nonostante l’emergenza coronavirus per la quale il governo italiano ha invece prospettato per la decisione contraria, facendo restare chiusi gli addetti ai lavori.
Soldi in più per un comparto che vive di questi mesi invernali, ma anche più turisti italiani provenienti dall’estremo nord: su questo potranno contare svizzeri e austriaci, nonché su ingenti ricavi provenienti dal Bel Paese.

Restano dunque col cerino in mano le nostre aziende sciistiche, alle quali però il Governo promette sostegni nella manovra di bilancio su cui si sta lavorando.
La vicenda pone inoltre al centro un tema evidenziato anche dall’onorevole Piero De Luca a ‘Lavori in Corso’: sarebbe la prova secondo il deputato del PD che ci vorrebbe una maggior ingerenza dell’Europa nelle decisioni nazionali, come ha detto ai microfoni di Stefano Molinari e Luigia Luciani.

Non solo, il fermo agli sci, come a tutte le aziende con le saracinesche abbassate dovrebbe evitare uno spettro che per De Luca incombe fatalmente: quello della terza ondata.

Ecco la sua intervista a ‘Lavori in Corso’.

Credo che la linea di indirizzo debba essere ancora oggi quella della prudenza, della responsabilità, dell’attenzione ai rischi sanitari che sono ancora molto elevati nel nostro Paese e non possiamo assolutamente permetterci di ripiombare in una terza ondata, perché quella sì, sarebbe davvero drammatica e insostenibile per il Paese.

Svizzera e Austria aprono le piste da sci? Questo è il grande problema di chi dice che l’Europa è troppo invadente in alcuni settori della nostra vita. Beh, ci stiamo rendendo conto di quanto in realtà forse sia utile e opportuno più coordinamento al livello comunitario di quanto ce ne sia ora, anche in alcuni aspetti delle attività economiche perché c’è una discriminazione e una disparità di trattamento che si verificherà negli impianti tra il comparto sciistico italiano e quello di altri paesi.

Non so se si arriverà all’apertura di alcuni impianti alberghieri nelle zone sciistiche, ma credo di no. Da questo punto di vista credo che vada sostenuta anche la linea del Partito Democratico di provare a fare un ultimo sforzo, ovviamente immaginando al tempo stesso misure di sostegno e di ristoro economico per il comparto che avrà ricadute economiche.

Lo scopo è cercare di evitare la terza ondata per far ripartire il Paese. Anche per questo larviamo sulla manovra di bilancio su cui si discute in questi giorni alla camera: misure di sostegno alle attività economiche, ma anche misure di rilancio dell’economia del Paese che si affiancheranno alle risorse europee con il famoso Recovery Plan che consentirà di mobilitare circa 209 miliardi di euro.

Non c’è alternativa adesso, bisogna continuare a mantenere rigore sull’emergenza sanitaria altrimenti diventerà complicato se non impossibile far ripartire l’economia“.