Il tribunale della Pennsylvania respinge il ricorso degli avvocati di Trump per il riconteggio delle schede per contestare i risultati elettorali in quello stato. Tra le motivazioni vi è addotta a quella che si tratta di un tribunale, dunque che deve giudicare dei fatti e non di una clinica psichiatrica.

Questa è la migliore risposta che si potesse dare al peggior Presidente che gli Stati Uniti abbiano mai avuto. Un pessimo individuo e un pessimo politico che rappresenta la parte peggiore di quel grande paese, che pure ha grandi opportunità, grandi persone, grandi storie e grandi racconti ancora da fare.

Non si è ancora dunque conclusa la farsa in cui ha tramutato Trump queste elezioni. Al punto che qualcuno sospetta che egli stesso voglia compiere qualche cosa di più grave. Cioè addirittura un colpo di mano, un colpo di stato. In realtà forse questo non è vero, ma piuttosto egli vuole indebolire l’immagine vincente di Joe Biden, vuole sporcare il risultato delle elezioni inducendo motivi che non esistono e adducendone altri che sono totalmente inventati per renderlo meno forte quando si dovesse andare a un nuovo confronto fra 4 anni.

Un confronto che Biden non credo si metterebbe a sopportare, ma potrebbe farlo per lui un altro candidato. Magari la stessa Kamala Harris che sarebbe, a questo punto, un elemento dirompente e nuovo nel panorama della politica statunitense.

Si rivela Trump per quello che è, dal punto di vista umano pochissima cosa, pronto a qualsiasi sotterfugio, bugia, menzogna pur di difendere il proprio interesse personale e pur di non pronunciare  quelle parole che ormai tutti aspettano da tempo: ‘Ho perso, sono stato licenziato’. Questo non riesce ancora a farlo. Prima o poi dovrà farlo. E vederlo in quel momento, perché dovrà tirarsi via, sarà una grandissima soddisfazione per chi vorrebbe personaggi un po’ migliori alla guida della nazione più importante del mondo.

GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi