Pandemia non vuol dire solo Dpcm, mascherine e quarantena. Dietro la morsa che ci sta avvolgendo da inizio marzo si celano anche storie di documenti secretati, omissioni di piani mai aggiornati e inefficienze di che dirige da anni la sanità italiana.

Nell’ultima puntata di Report, andata in onda lunedì 2 novembre in prima serata su Rai 3, sono state svelate alcune vicende che di solito restano all’ombra della cittadinanza. Perché, ad esempio, per aggiornare il nostro piano pandemico dal 2006 al 2017 sono stati fatti dei copia-incolla? Oppure, come mai Istituto Superiore di Sanità e Comitato tecnico scientifico hanno declassato uno studio che si sarebbe rivelato esatto e che richiedeva l’aggiornamento del piano pandemico?

Lo ha spiegato il presentatore di Report, Sigfrido Ranucci, ai microfoni di Francesco Vergovich. Ecco il suo intervento a Un giorno speciale.

“La Waterloo della sanità italiana”

“Tutto parte da un’inchiesta che avevamo fatto all’inizio della pandemia, dove avevamo scoperto che il piano pandemico era datato 2006. Nel 2003 l’Oms aveva detto chiaramente ai Paesi di tutto il mondo ‘dovete prepararvi ad affrontare le pandemie. Noi siamo rimasti immobili ad un piano redatto nel 2006.

Le responsabilità di chi sono? Su queste sta indagando la Procura di Bergamo, che è l’area che ha pagato più duramente. Noi abbiamo trovato una serie di omissioni, è una Waterloo della sanità perché noi abbiamo impunemente mandato in Europa e nel mondo un piano pandemico.

Non solo, è stato fatto un falso. Qualcuno ha messo una data di aggiornamento ad un piano che era un copia-incolla maldestro del 2006. Se uno va a vedere dentro il piano, nel 2006, nel 2010, nel 2017 è sempre lo stesso. C’è scritto nel piano del 2017 che “bisogna fare le scorte entro il 2006”. Questo è un errore di copia-incolla marchiano e maldestro. E nessuno si è accorto di questo.

Era stato istituito addirittura un organo di controllo da parte del Ministero della Salute che avrebbe doovuto coordinare i centri regionali. A capo c’erano sempre i due Direttori Generali del Ministero della Salute, Ranieri Guerra e Claudio D’Amario. Entrambi non si sono mai occupati di aggiornare il piano”.

Lo studio premonitore messo in un cassetto

“Poi l’altro documento imbarazzante emerso dall’inchiesta di ieri sera è dell’Oms e riguarda come l’Italia ha risposto alla pandemia. Qualcuno all’Oms ha fatto pressioni perché venisse tolto questo dossier perché imbarazzava Ranieri Guerra e il Governo italiano.

Strada facendo abbiamo trovato un altro documento riservato, che è forse quello più inquietante dell’intera vicenda. I primi giorni di febbraio uno studioso Stefano Merler, della Fondazione Kessler, analizza le modalità di diffusione del contagio in Cina. Ipotizzava per il nostro Paese dai 35 mila ai 70 mila morti. Più che uno scenario quella sembra una profezia.

Questo ricercatore mette in mano lo studio all’Istituto Superiore di Sanità e al Comitato tecnico scientifico e chiede di fare un nuovo piano pandemico. I tecnici impiegheranno una settimana prima di riunirsi, poi un mese prima di fare un nuovo piano pandemico. Che cosa hanno fatto? Lo hanno declassato a scenario e rimesso in un cassetto. Era imbarazzante”.


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