Sta per impazzare il toto-nomi sui candidati per il posto di Sindaco di Roma che Virginia Raggi dovrà lasciare a breve, a meno che non venga riconfermata dai romani. Molti i commenti sulla sua ricandidatura e sui politici di cui Roma ha bisogno. Perché è una città che non trova pace nelle varie amministrazioni che si sono succedute negli anni.

Filippo Ceccarelli, giornalista di Repubblica, ha commentato a ‘Lavori in Corso’ queste vicende, lanciando la provocazione di un “principe senza interessi materiali” a capo della città. A suo dire le candidature rischiano di trasformarsi in un casting elettorale in cui ognuno si fa avanti solo perché Roma “ingolosisce”. Stupisce poi la candidatura per un Raggi-bis: “chi glielo fa fare”?

SINDACO ROMA ► Ceccareli: “Sembra un casting del GF Vip. Raggi? Non si capisce chi glielo faccia fare”

“Sembra il Grande Fratello Vip”

“Osserviamo una classe politica che non riesce più ad assolvere il compito minimo che è quello di scegliere dei nomi per una città importante e difficile. La mia provocazione del principe si riferisce al principe Doria Paphilj che governò Roma nel dopoguerra per pochissimo e che rimase solo per la frase ‘volemose bene’.

Il discorso è che c’è un casting elettorale, con l’impossibilità dei partiti di decidere qualche nome ragionevole, per cui tutti si sentono autorizzati a proporre il personaggio come fosse il Grande Fratello Vip. Pensate a Malagò, a Bertolaso. Gli elettori dicono: ‘proviamo con questo’ e così è accaduto anche con la Raggi. E questo fa sì che i possibili candidati dicano ‘io ci provo’.

Ma la vita amministrativa è molto più seria per cui succede che al dunque questi che ci provano sono ingolositi perché comunque è Roma, ma dall’altra parte è una trappola tremenda. Per la Raggi è stata una tragicommedia.
Questo scetticismo, questa incuriosità e di vivere nelle rovine del palazzo imperiale sta nell’indole dei romani. Una particolarità unica in Europa.

Il nome del candidato conta come conta il ricordo bruciante di come sono finiti male gli ultimi due. Alemanno e Marino sono due esperienze traumatiche, vicende amare. Chi ci vuole provare entra in Campidoglio con dei ricordi non tanto benevoli.
La Raggi misteriosamente ha prolungato questo sfacelo personale e amministrativo, non si capisce chi glielo faccia fare; Grillo mica vive a Roma e non sa cosa sono stati questi 4 anni”.

“Pensavo che la Raggi si tirasse fuori ma forse le hanno detto di andare avanti”

“Il mondo 5 Stelle non può essere orgoglioso di come sono andate le cose, è finito dentro il presidente dell’assemblea capitolina…
Io onestamente pensavo che la Raggi si tirasse fuori ma forse gli hanno detto di andare avanti e portare a termine le cose fatte. Lei ha fatto una dichiarazione non molto elegante che mi ha stupito.

Io mi ricordo che ci sono state un sacco di vicende giudiziarie che hanno lambito quello che si chiamava il ‘raggio magico’, altro che Roma più pulita e onesta. Tutta la vicenda Marra con avvocati, interrogatori, e quando ci si stava dimenticando di questa storia è arrivata la vicenda dello stadio della Roma, un romanzo, con un arresto anche lì vicino sempre al mondo 5 Stelle.

Lei non ha niente di cui vergognarsi però uno che sbaglia con chi va a cena, da chi prende consigli… La politica è un mondo di pescecani. Poi hai 60 mila dipendenti comunali di cui diventi ostaggio. Questo è un compito da eroi, lo vogliono e non lo vogliono, lo vogliono fare con più facilità ma un margine di scommessa e dannazione esiste. Roma è un posto dove molto è facile sbagliare e i romani sono insopportabili, ti prendono subito in castagna e in giro”.

Pierluigi Lantieri


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