In un certo senso, i cinquantadue giri di oggi sono stati un’appendice alle polemiche e alle (non) decisioni che hanno monopolizzato i giorni scorsi, tra rabbie e imbarazzi che hanno coinvolto un po’ tutti, tranne l’ormai inattaccabile Toto Wolf, il cui poster consigliamo di appendere in camera a chi dovesse soffrire carenze di autostima o residue tendenze a provare vergogna.

Poi partono, e la gara di Vettel, da ripida che era, diventa una parete verticale a causa del testacoda. Ma, con tutta l’amarezza del mondo, dobbiamo occuparci dei protagonisti, non dei comprimari. Sic. Inteso a livello di scuderie, non di piloti, per quanto riguarda l’attualità.

Primo quinto di gara e, come da premessa, l’uscita degli pneumatici comincia a farla da padrona: su pneumatici disintegrati, Hamilton vede materializzarsi Verstappen negli specchietti e non può che farlo passare, per poi rintanarsi a montare le gomme bianche, come nel frattempo aveva fatto Bottas.

Verstappen, Bottas, un Hamilton sempre più in ambascia per le gomme. La seconda parte di gara è pazza e, per la Ferrari sempre più performante: Leclerc fulgidamente a caccia dei primi, Vettel rabbiosamente del decoro.

Poi, col cerchio dell’usura della posteriore sinistra percepibile anche senza il replay, Hamilton decide di… proseguire: scelta al tempo stesso folle e da fuoriclasse. Mentre Leclerc, dalla quarta posizione, è sempre più in caccia di Bottas. Finale aperto a ogni esito, con Verstappen che vede l’inglese sempre più grosso davanti a sé, poi non lo vede più: Hamilton ai box, per diventare cacciatore lui stesso.

Spettacolo, figlio del caso e della fiducia nelle scelte; della tenuta delle gomme e delle sopraggiunte strategie.

Leclerc terzo a otto tornate dalla fine, con Hamilton ora negli scarichi. L’inglese si scrolla di dosso una Ferrari ora affaticata, per andare a caccia di Bottas. Resta grande la gara di Leclerc.

Hamilton in staccata a due tornate dalle fine, in staccata nitida, carica su Bottas millesimi di frustrazione: secondo, con un sorriso per la classifica e Verstappen ormai imprendibile.
Leclerc ha fatto il massimo, quarto, con crollo finale e Albon troppo grosso nel retrovisore.

Vettel tra gli ignavi, dopo aver fatto presumere la rimonta e averla vista implodere dopo il cambio gomme.

Da ferraristi, ci siamo amaramente divertiti.

Paolo Marcacci