Il Siviglia, meglio e prima di ogni altra considerazione, lo spiegano i numeri, a cominciare da quello riguardante i – pochi – gol incassati nella Liga: trentaquattro, terza miglior difesa della massima categoria spagnola dietro alle due madrilene. Un primato che, come spesso accade, nasce dall’equilibrio che caratterizza le linee che precedono, o che seguono se preferite, quella difensiva: la mediana degli andalusi, al di là delle considerazioni sul quattro tre tre e sulle minime varianti alla disposizione adottate durante la stagione, è sostanzialmente più votata all’equilibrio e al contenimento che alla costruzione in senso stretto: nel pacchetto centrale brilla l’esperienza di Fernando, ex Galatasaray, brasiliano di trentatré anni, certosino nel recupero della palla; le vere fonti di gioco della squadra sono individuabili nelle doti in fase di impostazione del centrale difensivo, anche lui brasiliano, Diego Carlos e, soprattutto, nella mole di gioco che si sviluppa sul lato destro: dal basso parte l’esterno ed eterno Jesus Navas, capitano e leader, che trova nella parte alta della dorsale destra Lucas Ocampos, vecchia conoscenza italiana, che ha portato in dote quattordici gol e un certo numero di assist decisivo: “pichici” della squadra e catalizzatore della manovra offensiva, alla quale collaborano più in chiave tecnica che realizzativa Éver Banega, Luuk De Jong e l’ex Barcellona Munir. 

Linee serrate e un quattro tre tre che molto spesso si abbottona in un quattro cinque uno: era stato accolto con una certa diffidenza Julen Lopetegui, sia per i trascorsi madrileni che per l’uscita di scena in nazionale; ha convinto progressivamente critica e tifosi assemblando un gruppo solido nonostante i tanti nuovi arrivi (tredici) voluti da Monchi; alla fine è arrivato il miglior risultato del decennio in campionato, con il ritorno in Champions. 

Il resto si sapeva già: il Siviglia conosce la competizione come le proprie tasche, avendola dominata, vinta e rivinta. Ci vorrà la Roma migliore e più accorta in assoluto, con la qualità degli uomini di Fonseca che, al confronto, complessivamente è superiore. 

Paolo Marcacci