Dopo il controverso caso Palamara, che ha suscitato non pochi dubbi sul corretto funzionamento della magistratura e dei suoi rapporti con la politica, oggi si discute sulla condanna per frode tanto dibattuta su Silvio Berlusconi e sulle intercettazioni dei magistrati che hanno forzato le sentenze al riguardo.

Di base le logiche costituzionali sono rette dai tre poteri, il potere legislativo è attribuito al Parlamento, al Governo spetta il potere esecutivo, mentre la magistratura esercita il potere giudiziario. Con la riforma del 1993 si escluse dall’immunità parlamentare il caso in cui un deputato dovesse essere perseguito in virtù di una sentenza di condanna passata in giudicato e si eliminò la necessità dell’autorizzazione a procedere per sottoporlo a procedimento penale.

Ma cosa succede quando viene meno questa garanzia e uno dei tre poteri sconfina e sovrasta l’altro?

A “Un giorno speciale” Francesco Vergovich e Fabio Duranti intervistano Enrico Michetti al riguardo. Ecco le parole del Direttore della “Gazzetta Amministrativa della Repubblica Italiana”.

La politica deve riprendere il suo valore

“Come esiste un organo di autogoverno della magistratura esiste un organo di autogoverno del parlamento che è l’immunità parlamentare. Non si elimina una garanzia costituzionale perché alcuni l’hanno frodata, la garanzia sta lì, è il perimetro e le mura che consentono che non ci siano travalicamenti e rotto quell’argine il parlamento è diventato ostaggio della magistratura.

Noi abbiamo visto che le norme che riguardano l’ordinamento della giustizia vengono emanate sotto dettatura della magistratura. A farle perciò sono i magistrati, ad approvarle i parlamentari. Adesso invece il parlamento si autoriduce come è successo per il taglio della sanità. Avremmo bisogno di politici che sappiano indicare un orizzonte, non che debbono chiedere a soggetti esterni che cosa possono o debbono fare per loro. Oggi manca il parlamento perché potrebbe ripristinare in un nano secondo l’immunità parlamentare, ripristinare quell’argine”.

L’immunità parlamentare

“La costituzione aveva previsto l’indipendenza della magistratura. Il magistrato è inamovibile, non puoi toccarlo. Se la garanzia dell’immunità parlamentare sta lì vuol dire che è necessaria per mantenere in equilibrio il sistema. Alterando il sistema, la democrazia morirà. La magistratura che deborda e si inserisce all’interno del meccanismo parlamentare, esclude il leader di una componente politica e altera gli equilibri tra maggioranza e minoranza per cui fa venire meno la democrazia fa intendere che la vicenda è di una gravità assoluta. Stanno tentando di silenziare la cosa”.


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