Una Scarpa d’Oro è per sempre. Ciro Immobile tocca quota 35 reti e strappa al top player del Bayern Monaco Lewandowski lo scettro di miglior bomber nel gotha del calcio europeo. Un traguardo fortemente voluto e rincorso dalla punta della Lazio.

Una stagione da incorniciare per un attaccante che sembra aver raggiunto la massima espressione e la perfetta maturità tecnico-tattica. Segna e fa segnare, premiando i continui inserimenti dei compagni. Certo i piedi vellutati di Luis Alberto e Milinkovic-Savic facilitano il suo lavoro. Le qualità del numero 17 biancoceleste, però, non sono in discussione.

Questa favola a lieto fine nasconde un paradosso. In Nazionale Ciro non decolla. In vista dei campionati d’Europa, posticipati al prossimo anno per la pandemia, il CT Roberto Mancini è dunque chiamato alla definitiva esaltazione del cannoniere laziale anche con la maglia azzurra.

Nel corso di ‘Radio Radio Lo Sport’ le nostre Teste di calcio hanno celebrato la nuova Scarpa d’Oro, aggiungendo le proprie idee sul complicato rapporto con la Nazionale. In studio Stefano Raucci e Francesco Di Giovambattista.

Furio Focolari

Nonostante il record di goal, in realtà di caratura internazionale Immobile non ne ha tantissima. Spero che nell’immediato futuro Mancini punterà tutto su Immobile. E’ chiaro che siamo in un momento in cui rigori aiutano, tutto quello che vogliamo, però se anche leviamo i rigori siamo abbondantemente in doppia cifra. A questo aggiungiamo che Immobile, con l’assist a Correa, ha toccato quota 9. Lui ha fatto 35 goal e 9 assist. Quindi è un giocatore completo che fa reparto. E’ chiaro che è un giocatore che in Nazionale spesso ha fallito. E’ un giocatore a cui la Lazio mette a disposizione una squadra. Mette a disposizione un Luis Alberto che lo imbecca continuamente, Lazzari che vola sulla fascia e viene al centro per lui. Ora non voglio dire che la Nazionale deve essere fatta per Immobile, però un po’ sì. Non perché si chiama Immobile, ma perché è il tuo centravanti di riferimento. Perché ha fatto meno goal solo di Cristiano Ronaldo e di Messi.

Alessandro Vocalelli

Focolari ha ragione su tutto. Immobile beneficia del fatto che Lazio gioca tutta per lui. E’ una delle poche squadre dove non ci sono due attaccanti veri, ma uno solo. Quando gioca Caicedo al posto di Correa è comunque al servizio di Immobile. Immobile è un attaccante che gioca spesso sulla profondità, quindi sul lancio dei compagni, ma gioca anche per favorire degli inserimenti dei compagni. A me sembra un attaccante completo che forse di non venire dall’estero e non esser stato reclamizzato come la stella che viene da fuori. E’ come quella cosa che tu hai ma che ti sembra quasi scontato averla. Immobile invece è un giocatore di livello assoluto, quindi credo che la Nazionale italiana dovrebbe trovare il modo di esaltarlo.

Tony Damascelli

Pensate a Roberto Pruzzo che ha vinto la classifica dei cannonieri, o a Savoldi. Sono uomini che hanno sempre fatto goal però non avevano una luce internazionale così come altri giocatori che, con i loro club e con le nazionali, avevano ottenuto numeri magari inferiori però una sorta di passaporto superiore. C’è una classifica che mette Immobile al terzo posto, alla pari di Danny Ings, per i goal segnati quest’anno senza rigori. Al primo posto c’è Lewandowski con 29, al secondo Timo Werner con 25. Rino Tommasi giustamente sosteneva che una cosa è essere goleador con i rigori, un’altra cosa è invece essere goleador senza rigori. Però il peso di Immobile è uguale, nel senso che spesso si è procurato i calci di rigori sulle sue azioni prepotenti. Lui ha bisogno di un risultato importante con la Nazionale. Purtroppo ha fatto parte di quella comitiva sciagurata di Ventura che non si è qualificata per i Mondiali in Russia, proprio la sera della partita con la Svezia. Questo non è il suo limite. E’ stato un condizionamento della sua carriera. Se avesse giocato in un altro club forse oggi il suo palmares sarebbe superiore.

Luigi Ferrajolo

Non c’è dubbio che ha raccolto meno di quanto potesse e la sua visibilità internazionale è stata molto bassa. Intanto vorrei ricordare che, quando è venuto alla Lazio, arrivava dall’estero. In Spagna e in Germania non ha incantato. Al di là di questo lui ha giocato nel Torino e nella Lazio. Se avesse avuto un club presente sempre in Champions League, oggi la sua quotazione internazionale sarebbe un’altra. Detto questo è un centravanti fortissimo. Il fatto che abbia giocato poco in Nazionale anche questo è pieno di precedenti. La differenza di fondo è tra un giocatore che ha la squadra quasi al servizio e, d’altro canto, quei giocatori che hanno la virtù di essere anche un po’ autonomi rispetto all’orchestra nella quale suonano. Ricordo lo stesso Mancini che in Nazionale ha avuto poco spazio. Vogliamo mettere in discussione il valore di Mancini calciatore? Credo di no. Però, per una serie di motivi, non ha mai sfondato in Nazionale.

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