La Juve ha vinto il nono scudetto consecutivo, in un percorso pazzesco per continuità, classe e capacità di sapersi sempre rinnovare. E’ stato lo scudetto di Ronaldo e Dybala, così come ci sono stati gli scudetti di Tevez, di Pogba, di Pirlo, di Buffon, di Chiellini, di Bonucci, di Barzagli. Un cammino straordinario, che non ha conosciuto e ancora non conosce ostacoli.

Ci hanno provato ciclicamente in tanti – dal Milan nel primo anno alla Roma, dal Napoli all’Inter e alla Lazio – ma alla fine il risultato è sempre lo stesso. Vince Sarri, così come hanno vinto Allegri e Conte.

Il filo conduttore è sempre uno: la società, Andrea Agnelli e i suoi più stretti collaboratori, che si avvicendano ma continuano ad alzare comunque le braccia al cielo. Ed è quasi paradossale che anche quest’ anno, così come lo scorso anno con Allegri, le discussioni e le critiche siano tutte rivolte sulla Juventus.

Fatto sta che mentre tutti parlano dei problemi – alcuni reali, altri presunti – della Juve, i bianconeri continuano ad arrivare al traguardo per il nono anno consecutivo. Pensate che un tifoso di qualsiasi altra squadra che all’epoca del primo scudetto di Conte non aveva ancora compiuto dieci anni, è diventato maggiorenne vedendo sempre e soltanto bianconero.

Certo, ora c’è la Champions ed il cammino è difficilissimo, perché bisogna risolvere alcuni problemi di gioco e perché le avversarie sono tutte di eccezionale livello. Ma resta una supremazia in Italia che dovrebbe far parlare. Non però della Juve, ma di una concorrenza che in questi nove anni non c’è mai realmente stata.

Alessandro Vocalelli