Lo spettro del calo drastico della produzione si è abbattuto oggi sui Paesi dell’Unione europea. Secondo i dati elaborati dall’Eurostat il Pil dell’eurozona nel primo trimestre del 2020 segna un -3,8% rispetto agli ultimi tre mesi dello scorso anno.
Inoltre sette Stati dell’area euro sono scivolati in deflazione ad aprile: Grecia, Spagna, Cipro, Lussemburgo, Irlanda, Slovenia e Finlandia. “E’ dal 1985 che il tasso d’inflazione dell’Italia è ad una cifra“, afferma il nostro Antonello Angelini intervistando l’economista Luigi Zingales, al quale poi chiede: “non è arrivato il momento di abbandonare l’ossessione della stabilità dei prezzi“? Ecco il suo parere a ‘Lavori in Corso’.
“Non c’è dubbio che i meccanismi dell’unione monetaria siano stati costruiti per combattere il nemico inflazione. Abbiamo costruito questa enorme linea Maginot non capendo che come la linea Maginot risulta inutile perchè poi il nemico arrivata da un’altra parte.
Il nemico oggi si chiama deflazione, non inflazione. Il problema è che va ripensata l’Unione monetaria alla luce degli errori che sono stati fatti. Bisogna dire che chi l’ha costituita e gli economisti che hanno preso queste decisioni sono stati poco lungimiranti. Hanno creato dei meccanismi molto rigidi per combattere un problema dimenticandosi degli altri.
Tutto è stato messo in piedi solo ed esclusivamente contro un problema quando in realtà ce ne sono due. Anche stabilità dei prezzi non vuol dire avere prezzi in caduta. Significa avere al meno un 2% del target.
In questo senso la costruzione è fallita anche in quella dimensione perchè la stabilità vorrebbe dire avere una crescita stabile del 2%”.
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