A Roma una manciata di positivi di cui la maggior parte asintomatici, neanche quindi, una banale influenza per lo 0,0… dei cittadini, ma le disposizioni rimangono comunque restrittive.

Parrucchieri, ristoratori, disperati di ogni tipo costretti a sanificare i propri locali ad ogni volar di mosca, come dei chiromanti alla ricerca del virus, misurando i centimetri dettati da migliaia di disposizioni inutili, che avrebbero avuto un senso all’inizio della pandemia, ma che oggi dovrebbero essere ampiamente superate dal buon senso, a meno che non si ritengano gli italiani una massa di deficienti.

Ma se in una città di 3 milioni di abitanti i nuovi contagiati accertati si contano sul palmo della mano perché continuare a frustrare in modo così ignobile l’economia?

Perché rimanere appesi come i salami?

La nostra economia è già stagionata, dobbiamo proprio aspettare la muffa?

Perché prorogare l’emergenza quando mancano ancora 2 mesi e mezzo alla scadenza del primo provvedimento?

L’emergenza si dichiara quando i sistemi ordinari non sono in grado di garantire il contenimento del rischio.

Ma se oggi, di fatto, le strutture ospedaliere sono già tornate alla normalità!

Di quale emergenza parliamo?

Certamente in alcune aree c’è bisogno di maggior cautela, ma in altre non si può continuare a fermare il Paese con disposizioni inapplicabili a meno che  non si inauguri una nuova figura di lavoratore, quello che lavora per rimetterci.

Nel calcio poi si sta rasentando il ridicolo.

“Scappati di casa” che in una sorta roulette di “impazzimento” democratico si sono trovati a gestire cose di cui forse neanche avevano mai sentito parlare.

Massacrare l’unico sport che unisce nella medesima travolgente passione il maniscalco allo scienziato, l’operaio della Fiat ad Agnelli, per un po’ di visibilità o per far sentire il peso del proprio ruolo punendo gli innamorati del pallone.

“Questurini” che pontificano, con atteggiamento sprezzante e sanzionatorio, senza mai prendere una decisione, mai una certezza, soltanto affermazioni pilatesche o irose figlie di chissà quale frustrazione. 

Credo che non ci sia stato un solo giocatore ospedalizzato.

In terapia intensiva neanche a parlarne, per cui nessuno è andato oltre ad una fastidiosa influenza.

Staticamente rischio di ospedalizzazione pari a zero (e non ci vuole certo un virologo a constatarlo).

Ma a Roma, entra in campo la task force, dovranno pur giustificare la loro presenza, che chiede ai giocatori con due tamponi negativi, per cui a persone che al 99% non hanno il virus, di andare non soltanto in quarantena, ma di dormire in stanze singole, che generalmente non sono nella disponibilità dei centri sportivi, a meno che qualcuno non li abbia scambiati per alberghi.

Tutta questa follia ha però un senso.

Mantenere in piedi uno stato di terrore, una sorta di dittatura sanitaria, ammansisce il popolo e lo rende vulnerabile, creando un terreno fertilissimo per ogni sorta di profittatore.

A fronte del disastro generale c’è una tavola imbandita di ogni leccornia.

Pensate soltanto che i dpcm, saliti agli onori della cronaca per le disposizioni limitative della libertà, vengono ritualmente utilizzati per decine se non per centinaia di incarichi.

Peraltro, sfruttando l’emergenza si affidano incarichi a go go senza limiti alla spesa. E così anche per i servizi e le forniture sempre per milioni di euro.

Gli stessi soldi con cui si approvvigionano aziende decotte in grado di bruciare milioni di euro con la rapidità con cui Escobar dilapidava i dollari per accendere il fuoco del proprio camino.

Non mancano poi, coloro che per dieci minuti di servizio pubblico chiedono 2000 euro.

Persone di peso, visto che in un paio d’ore in video conferenza guadagnano lo stipendio di un operaio di un anno.

Immagino quelli tra costoro che facevano politica o che hanno il privilegio di avere uno stipendio fisso dalla Pubblica Amministrazione e che non finiscono mai di “ruspare”.

La Pandemia che diventa una straordinaria occasione per profitti ulteriori. Vi risparmio Bill Gates che chiama e l’Italia che risponde a suon di milioni.

Tutto legittimo, ma eticamente disgustoso.

Informare il popolo di un rischio grave per la salute … a gettoni !?!

Un po’ come i juke box di un tempo che dovevi introdurre continuamente monete per farli cantare.

Evidentemente, per pochi, questa pandemia è una vera pacchia.

E quando gli ricapita un’occasione così ghiotta per fare soldi e stare al centro della scena? Sarebbero disposti a riferire che si tratterà di una “Pandemia Eterna”.

Un trionfo di personaggi cinici e voraci che non lasciano nulla sul piatto, per i quali forse Ippocrate non è mai esistito.

Anche perché alla legittima grassazione si aggiungono le disposizioni non di chi pensa e poi scrive, ma al contrario di chi commenta un suo  provvedimento che ancora non c’è !!!

Comunque al di là dei comizi e delle tele promozioni nei provvedimenti ci sono solo sussidi, peraltro, insufficienti e tardivi.

Nessuna tutela per alcune categorie destinate all’estinzione e zero investimenti per lo sviluppo del Paese.

Mero assistenzialismo di sopravvivenza ed una visione del Paese raffazzonata e legata all’ultimo minuto.

Altra potenza di fuoco sparata a salve. 

Per non parlare delle disposizioni infantili che pervadono la quasi totalità dei provvedimenti, c’è ne’ qualcuna che mi ha fatto impazzire:

  • “in spiaggia 10 mq. per ogni ombrellone, un metro di distanza per tutti tranne che per i bagnini in occasione delle operazioni di salvataggio”?!
  • “i parroci con la visiera”?!
  • “i camerieri dovranno disinfettarsi le mani ogni volta che servono un tavolo”?!

Stendo un velo pietoso sui Boss in libertà ed i cittadini a passeggio inseguiti dai droni.

Ripeto. Una manciata di euro al ceto produttivo e tante prescrizioni antieconomiche, ma soprattutto nessun piano per gli investimenti.

Un paese si rilancia con investimenti massivi nei settori forti e di prospettiva, per assorbire la disoccupazione proveniente dai settori deboli. Attraverso l’ammodernamento delle infrastrutture e la transizione verso le nuove tecnologie.

Il rilancio di una manifatturiera di qualità è fondamentale (ricordo che siamo ancora la seconda manifatturiera in Europa), mentre l’unica cosa che sento dire alla task force è di declassare la manifatturiera a vantaggio del digitale, esattamente quello che ha già mandato a picco l’economia del nostro Paese: abbiamo tutti internet, ma non siamo più in grado di produrre una mascherina

Il digitale è un acceleratore tecnologico a corredo del sistema produttivo e non sostitutivo del sistema produttivo.

Nel panorama quindi, vedo tanti affari privati, tanti speculatori, tanto rumore, tante chiacchiere, poche idee e confuse, nessun piano per lo sviluppo e per il lavoro.

Il comandante ha comunicato all’equipaggio ed ai passeggeri che l’aereo Italia ha già iniziato la discesa e che che si prevede un atterraggio d’emergenza.

Prepararsi allo schianto, probabilmente a reti unificate.

Enrico Michetti