Come espresso nel precedente video, è bene porre luce su una questione grave che riguarda la partita Iva.

Spesso chi ha una partita Iva è il lavoratore costretto ad aprirla perché alcuni sistemi non hanno interesse ad avere lavoratori dipendenti a causa di regole assurde.

Altre volte, si tratta di ex dipendenti che avendo perso il posto di lavoro sono stati costretti a reinventarsi imprenditori

Molti hanno commentato questo video accusandomi di aver detto che dunque dietro tutte le partite Iva ci siano lavoratori dipendenti mascherati da imprenditori.

Non è questo ciò di cui si sta parlando, piuttosto è bene concentrarsi su un altro aspetto: il rischio, nel nostro paese, è che questa politica di distruzione sistematica dell’economia provocherà un aumento di partite Iva e un calo di lavoratori dipendenti.

Si pensi al mercato bancario: con tutte le fusioni bancarie si sta verificando un oligopolio. Ci raccontano che le fusioni servono per fare economia di scala, cioè vendere di più. Non è vero, l’unica cosa sicura di una fusione è che si tenta di ridurre i costi. Quindi è probabile ridurre delle filiali, ridurre posti di lavoro in banca.

Quelle persone quando saranno licenziate, e prevedo decine e decine di migliaia di esuberi, dove andranno? Non avranno tutti l’età della pensione. Molte apriranno la partita Iva.

Il caso bancario è solo uno dei tanti esempi. Molte persone si metteranno nel settore finanziario a fare consulenza.

Rimane dunque la domanda: quante delle microimprese, delle microattività, dei liberi professonisti, delle partite Iva sono vere attività di impresa e non dei lavoratori dipendenti mascherati? Persone che ovviamente non hanno le stesse tutele dei lavoratori dipendenti.

Intanto nessun politico ne parla.

Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi


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