“Devono andare in carcere anche gli spacciatori di modiche quantità”, è questa la dichiarazione arrivata nella giornata di ieri dal Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese durante un comitato provinciale per l’ordine pubblico.

La norma dovrebbe riguardare gli spacciatori recidivi ovvero condannati con sentenza definitiva. Non è ancora stata approvata, ma l’intesa tra Lamorgese e Bonafede sembra essere stata raggiunta.

Le polemiche continuano, le forze di polizia come valutano la proposta del Ministro? Una norma così strutturata riuscirebbe ad aiutare nella lotta alla droga?

Ascolta l’intervista a Giuseppe Tiani, segretario Generale Nazionale Siap – Anfp, intervenuto a ‘Lavori in Corso’.

“Noi ci sentiamo di condividere quest’idea perché abbiamo il polso della situazione.

Non vogliamo una polizia autoritaria ma vanno messi a scontare la pena coloro i quali reiterano il reato.

Immaginatevi l’effetto che fa, in un quartiere di una grande città e non solo, vedere uno spacciatore che viene fermato e dopo qualche ora è di nuovo libero.

Il problema dello spaccio spaventa la popolazione.

Il fenomeno dello spaccio è diventato intollerabile”.


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