Mirante 7
Provvidenziale su Lukaku, innescato da un errore di Veretout, nel primo tempo; addirittura salvifico su una zampata di Vecino che aveva preso il tempo a Kolarov. Forse un po’ a disagio quando si trova a dover esibire la stessa rapidità di Pau Lopez nella partecipazione alla costruzione dal basso, ma passa per i suoi guanti la crescita dell’autostima romanista di stasera.

Santon SV 

Spinazzola 6,5
Entra, buttato letteralmente in campo, dovendosi riscaldare in partita. Ci entra con personalità e con tutta la rapidità richiesta stasera. Di nuovo integro, perlopiù. 

Mancini 6,5
Serata non facile, per lui, alle prese con Lautaro. Serata non facile, per Lautaro, alle prese con lui. 

Smalling 7
Non perde mai in regalità, oltre che un tempismo, quando nubi nerazzurre si addensano a ridosso dell’area giallorossa. Leader nella gestualità e nell’impartire disposizioni. 

Kolarov 6
Guardingo, più che incisivo: ricordiamoci sempre che “clienti” lo aspettavano stasera. Ha anche saputo aspettarli lui.

Diawara 7
Cresce in fluidità e in sicurezza, esibendo una sempre maggiore pulizia nel palleggio. Strategico nel posizionamento, acquisisce un piglio più propositivo nell’ultima mezz’ora, quando presiede alla circolazione di palla.

Veretout 7
Nei giri delle sue gambe, sempre elevati, il mantenimento delle proporzioni della compattezza romanista e dell’equilibrio tra la mediana e la trequarti. 

Mkhitaryan 5
Poco, forse qualcosina in più, a livello di sussulti, quando Dzeko riposiziona l’intero attacco. 

Perotti 6
In partita, nella prima frazione: cercato, sul suo lato, trovabile con qualità e corsa. Dura un’oretta, poi si sfila dalla partita. Ma è ridiventato spendibile da titolare.

Pellegrini 6-
Chiamato a fare più il geometra, quando non il capomastro, invece che l’architetto, contro la mediana robusta dell’Inter. Fatica, brillando meno, ma con tattica utilità. 

Zaniolo 6
Un primo vagito con battuta repentina e centrale contro Handanovic; poi tante sportellate, percussioni che impattano contro la Maginot nerazzurra; chiedete però a Godin e compagni quanto abbiano dovuto dedicarglisi. 

Dzeko 6
Debilitato, basta la sola presenza a riquadrare un reparto intero. Un paio di tocchi a rigenerare l’azione. Stoico, come da dna.

Florenzi sv

Fonseca 6,5
La sua Roma non è programmata per essere essenziale. Questo può generare qualche sussulto, ma al tempo stesso le accresce di partita in partita, di palcoscenico in palcoscenico, l’autostima. I complimenti di Conte non sono di rito, ma di sostanza. 

Paolo Marcacci