Dopo i venerdì per l’ambiente di Greta Thunberg spuntano le sardine di Bologna.
La domanda da porre per inquadrare la questione è una soltanto: come reagisce il potere rispetto al moto in questione?
Non con manganelli e diffamazione mediatica permanente, così è stato per le giubbe gialle galliche, massacrate a colpi di manganello e diffamate dai mezzi d’informazione.

E’ evidente che le sardine di Bologna rientrano nella seconda categoria del dissenso, quello conservativo in cui rientra anche Greta Thunberg, il non plus ultra della contestazione alleata del potere.
La lotta delle sardine non menziona nemmeno la violenza dei mercati, il manganello invisibile dello spread e dell’Unione Europea.

No, il loro problema è semplicemente Salvini, con annesso il fascismo.
Premesso che Salvini sarebbe un avversario nel quadro del conflitto internazionale tra liberisti e socialisti, è evidente che il nemico principale oggi non si chiama Salvini, si chiama invece globalismo capitalistico.

Rispetto a tutto questo le sardine non hanno nulla da dire. E chi tace acconsente.

RadioAttività, la pillola del giorno con Diego Fusaro

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