Ospite di Sonia D’Agostino al salotto di ‘Io le donne non le capisco‘ una colonna portante della musica italiana nel mondo: Renato Zero. Da cittadino romano, prima ancora che grande cantautore, ecco cosa ha detto a proposito di Virginia Raggi e della Capitale.

Devo fare una sorta di dichiarazione, un chiarimento. In questo senso: c’è sempre il desiderio da parte di questa classe dirigente politica di andare a guadagnarsi la poltrona. Per quella del Comune di Roma non ci corre nessuno ad aggiudicarsela. Questa signora Raggi, riflettendoci un pochino, tutte queste responsabilità forse non mi sento più di accreditargliele. Perché lei in qualche modo avrebbe potuto certamente sollevarsi dall’incarico e passare la palla a qualcun altro. Ma questo qualcun altro non mi sembra che sia in grado di prendersi la responsabilità di andare ad operare. Roma dovrebbe essere rappresentabile come una città immacolata dove chiunque viene senta l’autorità e il benessere di avere a che fare con la capitale non solo d’Italia ma del mondo.

Voglio dire che questa Raggi in fondo sta pagando con la sua permanenza lo scotto di qualcun altro che non ha il coraggio di andare a prendere il suo posto. Perché sarebbe molto scomodo a questo punto per chiunque andare ad operare in una situazione politica ed economica della città ormai tracollata.

Se ci fosse stata la volontà in qualche modo di mettere veramente in discussione l’operato della Raggi, lei sarebbe stata costretta a lasciare la poltrona molto prima di ora. E’ successo storicamente in altre occasioni e in altri momenti storici che quando le cose non funzionavano… Ritorniamo sempre al fatto della responsabilità collettiva che non riguarda solo la Raggi ma tutta l’amministrazione. Sarebbe stata sollevata dal suo incarico molto tempo fa, se vogliamo essere sinceri, se vogliamo prendere le posizioni specifiche.

Sono romano e il benessere di questa città mi sta a cuore.

Però, facciamo anche un altro piccolo pensiero.

Di questa città alla fine non importa niente non solo ai romani, perché ovviamente si rendono conto dell’impotenza di non poterla difendere, ma addirittura a tutta l’Italia.

Allora io ce l’avrei una proposta da fare: Torino capitale d’Italia e capitale del Governo.

Cioè se ne andassero tutti a Torino che è una città meravigliosa, dove si lavora, è operosa, è piena di spunti per poter riflettere e c’è un’aria meravigliosa. Roma la riconsegnassero al turismo, la riconsegnassero al patrimonio culturale, ai musei e a tutto il resto.

Sai che vuol dire avere i politici nel centro di Roma? Tutto questo via vai di macchinette blu, bianche e mimetizzati? Sai quello che comporta ai romani? Sai che io ho la residenza in centro e per andare in centro devo pagare un quantum all’anno per potere andare a casa mia? Ma ti rendi conto che devo mangiare pane e scarpe di Prada perché non c’è neanche un servizio in cui uno si possa rifocillare? Voglio dire questo centro è diventato presidio di questo andazzo dei Ministeri e della politica. Non lo trovo giusto.

Se facciamo la petizione domani di trasferire la capitale a Torino io firmo subito. Anzi lo firmo subito. Datemi un foglio: “Torino capitale d’Italia e sede del Governo. Roma capitale della cristianità. Firmato Renato Fiacchini”. Così siete sicuri che sono io.