Preliminarmente in Italia occorrerebbero non più di 2 riforme:
1) ridurre la tassazione sia per le imprese che per tutti i lavoratori
2) ridurre la burocrazia

La riduzione delle tasse per l’impresa consentirebbe la possibilità di promuovere investimenti nei settori più floridi, mentre in quelli in difficoltà favorirebbe la sopravvivenza dell’azienda con la conseguente salvaguardia dei posti di lavoro. Inoltre, la riduzione della pressione fiscale renderebbe più concorrenziali le nostre imprese anche a livello internazionale.

La riduzione del costo del lavoro invece, favorirebbe l’accesso all’occupazione e quindi anche alla formazione sul campo del lavoratore, oltre ad offrire dignità all’uomo che attraverso il lavoro concorre alla promozione ed al sostentamento della propria famiglia e della propria nazione.

La riduzione della burocrazia è ancora più importante della riduzione della pressione fiscale. Oggi noi abbiamo un palinsesto ordinamentale composto da circa 160.000 norme, mentre le più grandi burocrazie del mondo non arrivano neanche a 10.000 norme.

Sappiate che dietro quasi ogni norma vi è una prescrizione, ossia un adempimento da eseguire.

Per cui in termini generali non sbaglierei di molto nel sostenere che, se la matematica non mi inganna, il cittadino italiano è sottoposto mediamente a circa 16 adempimenti in più, per ogni argomento della propria esistenza, rispetto ai cittadini dei più burocratizzati stati stranieri.

Una vera e propria dittatura!

Ed allora vi domanderete? Perché nessuno ne parla?

Molto semplice. Perché noi oggi avremmo bisogno che almeno una delle due Camere si occupasse soltanto di abrogare non meno di 150.000 norme, tra quelle vetuste, superate, disarmoniche, contraddittorie, etc.

Un lavoro immane!

Ma per fare una cosa del genere serve la stessa competenza e la stessa perizia di un chirurgo per evitare di fare danni macroscopici nel tagliare.

Ora. Se voi pensate che ad essere generosi almeno l’80% degli attuali parlamentari non è in grado di redigere una proposta di legge autonomamente (senza assistenza) capirete che si guarderanno bene dal proporre qualcosa che non sono minimamente in grado di realizzare.

Meglio ridurre i parlamentari che tagliare le norme, che nel frattempo continuano a stratificarsi l’una sull’altra senza logica, spesso in maniera umorale e schizofrenica, ed altrettanto spesso, soltanto, per far vedere che qualcosa si è fatto.

Pertanto, nuovi, continui e reiterati vincoli nella dittatura del terzo millennio: la burocrazia inutile degli imbecilli al Governo.

Sapete che non mi interessa chi governi, ancor meno le chiacchiere del nulla, l’unico auspicio è che sappiano almeno leggere e scrivere!?!

E se non sono capaci a scrivere… Che almeno sappiano leggere quello che gli scrivono.

Anche se nell’invito alla calma e non all’odio degli esponenti della nuova coppia di governo spero di non leggere un’invito alla tolleranza dinanzi all’incapacità di governare.

Anche perché, i cittadini non provano odio, ma rabbia nei confronti di soggetti che rappresentano tutto ed il contrario di tutto, che continuano ormai da anni a dare vita a governi senza senso, né coerenza, né dignità tra forze presunte antagoniste in ragione di assurdi contratti prima e convenienti accordi oggi, tra interpreti inverecondi che prima si massacrano e poi, si ammucchiano come cagne in calore pur di non perdere le laute prebende di stato.

Il tutto sempre in nome e per conto dello stato italiano, con la faccia tosta di chi non ha più vergogna di nulla.

Vedrete insisteranno sempre di più nel chiedervi di diventare dei “fan” dell’uno o dell’altro schieramento, perché soltanto dei tifosi, acritici, potranno continuare sopportare questa immane porcheria.

Enrico Michetti


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