Fino a pochi giorni fa rischiava di seminare ulteriore malcontento tra le fila del governo gialloverde. E invece il decreto Sblocca Cantieri, baluardo di un’intesa tra M5S e Lega sempre più a rischio, ha ricevuto recentemente il via libera del Senato.

Sì, quindi, con 175 voti favorevoli, 55 contrari e 40 astenuti, all’emendamento Patuanelli-Romeo che modifica, in parte, la struttura del decreto.

La mediazione tra le due forze politiche di maggioranza per la nuova versione del provvedimento, già approvato “salvo modifiche” in Cdm lo scorso 20 marzo e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 aprile, è stata raggiunta poco prima della partenza di Giuseppe Conte per il Vietnam.

Ma cos’è esattamente il decreto Sblocca Cantieri e cosa prevede? Il provvedimento, costituito da 5 articoli incentrati su vari aspetti, dalle modifiche al codice degli appalti pubblici all’introduzione di commissari straordinari, altro non è che una misura legislativa che il Governo intende attuare il prima possibile per rilanciare il settore dei contratti pubblici e introdurre nuove misure per l’accelerazione degli interventi infrastrutturali. In soldoni, l’obiettivo che si prefissa il Governo per l’attuazione di questa norma è quello di regolare gli appalti mediante procedure.

A rallentare la sua attuazione e a creare un ennesimo terreno di scontro in seno al governo gialloverde, la proposta della Lega, prima dell’accordo, di sospendere gran parte del Codice degli appalti del 2016. Una richiesta accolta e messa in pratica, ma solo in parte: fino al 2020 non ci sarà più l’obbligo di nominare nelle commissioni formate per aggiudicare gli appalti un terzo commissario indipendente, preso da un albo dell’Anac.

Tra altre novità inserite nella nuova bozza del testo figura il mantenimento della soglia del 40% per i subappalti. Limite del 40%. Introduzione anche di un nuovo regolamento unico del Codice degli appalti, che dovrà essere emanato entro novanta giorni dall’entrata in vigore della legge.

I temi trattati all’interno del nuovo regolamento saranno: nomina, ruolo e compiti del responsabile del procedimento; la progettazione di lavori, servizi e forniture, e verifica del progetto; sistema di qualificazione e requisiti degli esecutori dei lavori e dei contraenti generali; procedure di affidamento e realizzazione dei contratti di lavori, servizi e forniture di importo inferiore alle soglie comunitarie; direzione dei lavori e dell’esecuzione; esecuzione dei contratti di lavori, servizi e forniture, contabilità, sospensioni e penali; collaudo e verifica di conformità; requisiti degli operatori economici per l’affidamento dei servizi di architettura ed ingegneria; lavori inerenti ai beni culturali.

Previste esclusioni, regolamentate da una serie di norme, dalle gare d’appalto per l’operatore che non ha pagato le imposte “o i contributi previdenziali dovuti“. Escluso anche chi ha commesso un grave inadempimento nei confronto di uno o più subappaltatori, o ha condanne penali, oppure ha in corso procedure di liquidazione o fallimento.

Le modifiche allo Sblocca Cantieri, sebbene abbiano incontrato l’esultanza di alcuni al Governo (primo tra tutti il premier Conte, che si è detto “lieto che sullo Sblocca Cantieri si sia trovata la convergenza“, aggiungendo poi che “quando l’obiettivo politico è quello di realizzare il bene dei cittadini non si ha difficoltà a lavorare“) non state accolte positivamente ad un’unanimità nelle file dei pentastellati. Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità anti-corruzione, ha infatti manifestato le sue perplessità, sottolineando che il testo “non ha molti precedenti nella storia del nostro Paese“.

Il Codice degli Appalti è, quindi, secondo il capo dell’Anac diventato da un giorno all’altro “figlio di nessuno e soprattutto si è trasformato nella causa di gran parte dei problemi del settore e non solo“.

Cantone non ha negato le “criticità” legate a quel testo ma, come ha spiegato nella sua relazione annuale alla Camera, ciò è “dovuto soprattutto al fatto che è stato attuato solo in parte, mentre i suoi aspetti più qualificanti (la riduzione delle stazioni appaltanti, i commissari di gara estratti a sorte, il rating d’impresa) sono rimasti sulla carta“.