In un pallone che non conosce più romanticismo, fedeltà, attaccamento, dove gli stadi si svuotano e si riempiono i divani, rimane solo lei: la maglia. Solo la maglia. Mantra dei tifosi di ogni parte del mondo, vista la scomparsa definitiva delle bandiere.
Una volta si poteva acquistare con il nome del proprio idolo, adesso si preferisce comprarla senza niente stampato dietro, nella consapevolezza che dopo pochi anni quel cognome potrebbe diventare fastidioso, come quello della ex-fidanzata tatuato a 16 anni. Il calcio sempre più globalizzato, degli americani, dei cinesi, delle tournée estive a Dubai, perde tifosi veri e valori.
Il tema ritorna dopo la vittoria del Napoli a Frosinone quando Josè Callejon si vede rigettare indietro la maglia dai tifosi che intonano il canto “meritiamo di più”. Rischia di non fare nemmeno più notizia quanto successo a Frosinone, perché purtroppo negli ultimi tempi si sta perdendo il rispetto anche per l’ultimo vessillo, l’ultimo simbolo capace di rappresentare senso di appartenenza. L’esempio più grande è la vicenda Bakayoko-Kessie colpevoli di esporre come un trofeo la maglia scambiata da Acerbi. Non ci sono precedenti e probabilmente a nessun giocatore al mondo anni fa sarebbe venuto in mente di svilire in questo modo la storia e l’onore della compagine avversaria.
Purtroppo ci sono diversi casi negli ultimi anni. Tutti ricordiamo quando gli ultras del Genoa dopo una sconfitta, nell’Aprile 2012 contro il Siena, chiesero ai giocatori di spogliarsi perché non degni di indossare la divisa rossoblù. Non che dal lato calciatori sia andata meglio, basti pensare alla scena di Balotelli che getta a terra la maglia dell’Inter.
Eppure quella che per alcuni ormai è solo una t-shirt ha ancora un grande valore per chi crede nel calcio.
Se anche la divisa presentata per la prossima stagione dalla Juventus desta polemiche perché non presenta le classiche strisce bianconere un motivo ci sarà.
Il calcio ormai è Show televisivo, è merce da vendere al più presto. Bisogna sottoscrivere 2 abbonamenti per vedere le partite della propria squadra, bisogna spendere 100 euro e comprare tazze e asciugamani griffati prima di poter acquistare un tagliando per una finale. Gli stadi sono sempre più piccoli e sempre più costosi.
Rimane solo la maglia.
Marco Napoleoni