Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi perché tu possa esprimerla“: un po’ sulla linea di questo famoso aforisma illuminista l’intervento di Daniele Capezzone, editorialista de “La Verità”, a Lavori in Corso per quanto riguarda le ultime dichiarazioni di Papa Bergoglio sulle vicende riguardanti atti di intolleranza verso sinti e rom di cui il pontefice ha detto di essere molto arrabbiato e preoccupato in udienza.

L’intervento di Daniele Capezzone

Non comprendo il perché pontificare per mesi su migranti, rom e sinti, dunque in sostanza su fatti di politica italiana, liquidando con un tweet episodi come la morte di 500 persone durante una messa pasquale“, ha detto Capezzone, chiarendo che tra due persone come il Papa e il Ministro dell’Interno (quindi il depositario diretto di queste vicende) ci sia una lieve differenza: “Uno credo si dovrebbe occupare di anime. Io sono per la libertà di parola, free speech come direbbero in America. Dunque viva la democrazia, viva Tocqueville, ma senza finanziamenti pubblici e Otto per mille dalla propria parte“.

Una frase che avrei detto da giovane scapestrato“, ha aggiunto Capezzone, “è questa: la Chiesa ci risparmi la predica e passi alla pratica. Ora lo dico in modo più garbato ma lo penso ancora”

L’opinione del vaticanista Giacomo Galeazzi

Il pericolo che il Papa segnala è reale“, replica in seguito il vaticanista Giacomo Galeazzi (La Stampa), “io stesso abito in una zona periferica di Roma e vi assicuro che il clima è tutt’altro che di accoglienza e indulgenza nei confronti delle minoranze“.
Volendo considerarla una replica a quanto detto in precedenza da Capezzone (“è il primo a occuparsi di politica italiana“) Galeazzi ha poi aggiustato il tiro sull’oggetto delle dichiarazioni del Pontefice, il quale “mi sembra abbia detto le stesse cose per quanto riguarda la barriera difensiva tra Messico e Stati Uniti, quindi ricordiamoci che l’orizzonte degli interventi papali sono sempre la città e il mondo: Urbi et Orbi.”