L’utopia dell’auto elettrica è un testo scritto da Franco Battaglia e pubblicato sul blog del giornalista e vicedirettore de Il Giornale Nicola Porro.
L’analisi, se così si può dire, aveva la pretesa di rispondere alla domanda: “perché l’auto full electric non si è sviluppata?” Tentativo dalle apparenti buone intenzioni, ma pieno di affermazioni assolutamente prive di ogni fondamento tecnico e scientifico e pertanto fuorvianti per il lettore.
Abbiamo chiesto il confronto con Nicola Porro che, ospitando il contenuto sulla sua piattaforma, diventa di fatto responsabile di quello che viene pubblicato, ma il tentativo di riportare la verità non è stato accolto di buon grado.
Al dialogo il giornalista ha preferito un confronto in perfetto stile “rotocalco trash”.

Il video dell’intervento

A scatenare l’avversione del vicedirettore – se così si può definire la quantità di “inesattezze” e attacchi personali ai quali si è lasciato andare ripetutamente nel corso della diretta – è stato il doveroso richiamo all’inconsistenza tecnica di una delle tante cervellotiche argomentazioni dell’autore. Argomentazione, si noti bene, per nulla marginale.
Su di essa infatti si fonda l’intera teoria! Teoria che, di conseguenza, è da considerarsi totalmente sbagliata.

Il sedicente esperto sostiene che “se il parco auto italiano fosse elettrico, sarebbe necessaria l’energia di 40 reattori nucleari dedicati per alimentarlo”.

La sua spiegazione?

“Una nostra utilitaria – scrive – richiede una potenza di 50 KW e quindi ha bisogno di un accumulo di 200 KWh per avere una autonomia di 4 ore. Il potenziale elettrochimico dell’elettrodo al litio è di 3 volt, cioè, facendo l’aritmetica, per garantire quella autonomia ci vogliono 20 kg di litio attivo, cioè 1000 kg di batterie al litio. La vostra auto, se elettrica, peserebbe almeno il doppio.
Scadute le 4 ore, ce ne vogliono altre 4 per fare il pieno. Vi invito solo a riflettere
– continua – al tempo necessario che impiega il vostro telefonino per ricaricarsi”.

Una sorta di supercazzola senza alcun fondamento tecnico che anche un adolescente appena uscito dalla scuola media potrebbe confutare.

La nostra auto elettrica infatti, non ha affatto bisogno di 50 KW per muoversi!
Semmai ha bisogno di tanti KWh al giorno (l’unità di misura è il Kilowatt/ora) per quanti Km al giorno fa.
Un’auto elettrica di media grandezza consuma circa 13 KWh ogni 100 Km di percorrenza, qualcuna più potente ne consuma 17-18. Facendo una media di 15 KWh per 100 Km, se tu fai 100 Km al giorno hai bisogno di 15 KWh.
Ma oltretutto, 100 km al giorno non li fanno tutti!
In Italia esistono in totale circa 37 mln di veicoli, che fanno mediamente 30 km al giorno; e così, con semplici calcoli aritmetici alla mano, tutta la teoria del sedicente esperto viene ad affogare in un mare di inesattezze, in quanto il fabbisogno per un’eventuale totale transizione alla mobilità elettrica, sarebbe di gran lunga inferiore a quello paventato e assolutamente sostenibile anche in tempi brevissimi.

Sarà bastata la vera aritmetica spiegata al nostro ospite, per mettere in discussione quanto scritto dal suo collaboratore?

Ovviamente no.

E allora, alcune riflessioni sono prima doverose e poi necessarie.
Un giornalista, la cui professione dovrebbe essere avvalorata dall’osservazione di un codice deontologico, deve verificare la veridicità delle informazioni che pubblica. Lo deve ai suoi lettori e al pubblico in generale che si fida dei suoi titoli e del suo ruolo.

Allo stesso modo non è tollerabile che al confronto sano e finalizzato al chiarimento, un comunicatore popolare come Nicola Porro, preferisca un banale attacco e altre esternazioni di concetti estranei al merito della questione, del quale non ha avuto interesse a discutere.

Da ultimo, al suo posto mi preoccuperei per la possibilità di ricevere esposti all’ordine dei giornalisti, o peggio cause legali da aziende produttrici di mobilità elettrica, per la diffusione di informazioni false atte a distorcere il mercato.

Voglio pensare che abbia solo peccato nel fidarsi del giudizio di un esperto che non si è rivelato tale.
E rimango aperto e disponibile a un dialogo vero, che abbia lo scopo di rendere ai cittadini la verità su fatti e le corrette informazioni di cui tutti abbiamo diritto.
Questo è essenziale per accedere alla giusta conoscenza del mondo in costante e rapida evoluzione e formare di conseguenza le nostre decisioni.

Fabio Duranti