Saper comunicare, lo sappiamo, è fondamentale. All’università, a lavoro, in famiglia, in un colloquio. Possiamo essere i più bravi nel nostro settore ma se non abbiamo capacità comunicative non c’è niente da fare, non riusciremo a conquistare i nostri interlocutori.

E se nella vita quotidiana dell’uomo comune le skills comunicative sono così importante, figuriamoci quanto possano esserlo per chi vive di consenso.

Per i politici odierni la strategia di comunicazione – forse ancor prima delle idee, sigh – rappresenta lo spartiacque tra chi vince e chi perde, tra chi annaspa e chi corre.

Lega e Movimento 5 Stelle sono le due forze politiche che più di altri hanno saputo improntare la propria attività comunicativa ai fini del consenso, ribaltando completamente il panorama politico e trasformandosi da realtà secondarie a partiti primari del Paese. Un exploit che sarebbe stato impossibile senza una giusta strategia di comunicazione, anche per il più simpatico dei comici.

Le cose però cambiano rapidamente. Se fino a poco tempo fa entrambe le forze politiche sembravano lanciate verso l’Iperuranio, stanno ora attraversando momenti molto diversi. Nonostante infatti siedano entrambi tra i banchi del Governo, le tendenze a un anno dalle elezioni sono diametralmente opposte. Mentre continua la “scalata verso il milione” di Matteo Salvini, arranca e perde terreno la creatura di Grillo.

Perché? Come mai? Cosa è successo?

Le motivazioni potrebbero essere molteplici. Qui proviamo ad analizzare quelle comunicative.

Il Miglior Nemico

Un aspetto importante che fino ad oggi ha differenziato la strategia di comunicazione della Lega e dei 5 Stelle è stata la scelta del Nemico.

Già, il Nemico. Avere un oppositore, una creatura malvagia, contro cui scagliarsi è sempre stato un elemento imprescindibile per la politica. Che questo antagonista siano ebrei o comunisti poco importa. L’importante è che il Nemico esista, sia presente e minaccioso.

L’attacco all’immagine di un Nemico è uno dei rituali più importanti nella comunicazione politica, lo scopo è quello di attribuire ad un soggetto terzo la responsabilità delle disgrazie che colpiscono la società.

Proprio la scelta del Nemico, dunque, potrebbe star giocando un ruolo importante nell’andamento dei due partiti. Analizziamoli.

Partiamo da Salvini

La scelta vincente della Lega è stata quella di aver individuato dei Nemici che, anche dopo la campagna elettorale, sono rimasti più che mai attuali. Due su tutti? Gli immigrati e l’Europa. E che caratteristica hanno in comune? Sono dei Nemici esogeni – esterni – allo Stato italiano.

Si tratta di minacce che vengono da fuori e che esistono a prescindere dagli accadimenti nostrani. Per quanti sbarchi si possano impedire e per quante volte si possa insultare la Merkel, loro continuano ad esistere. Incombono, spaventosi e terrificanti, sul nostro Paese e la necessità di un eroe che impedisca la loro vittoria è sempre attuale. Salvini, insomma, ha scelto dei Nemici che implicano e implicheranno sempre la sua presenza come unico supereroe in grado di contrastarli.

E il Movimento 5 Stelle?

Perché i 5 Stelle perdono consensi? Forse perché il loro nemico per eccellenza ha perso il suo appeal. Storicamente la ragion d’essere del Movimento è stata la contrapposizione alla Casta, a chi governava l’Italia.

Il Nemico quindi erano i vecchi politici, accusati di aver portato il Paese nel baratro. “Non siamo un partito, non siamo una Casta” cantavano a squarciagola nelle piazze prima delle elezioni. Il problema è che adesso al Governo ci sono loro, il Nemico quindi è uscito di scena. Coloro che rappresentavano il Male ora sono una semplice opposizione, sono stati battuti, sconfitti, eliminati.

A Di Maio è venuto quindi a mancare un bersaglio contro cui scagliarsi, qualcuno che giustifichi l’esistenza stessa dei 5 Stelle. La mancanza di un antagonista è evidenziata anche dal fatto che, non avendo più un Nemico attuale, i 5 Stelle si sono trovati a poter accusare solo la vecchia e cattiva gestione della Cosa Pubblica dei predecessori. Ma a poco serve, la realtà è che quel Nemico non c’è più.

E un eroe per giustificare la sua presenza necessita sempre di un antieroe.

Se Joker non esiste, chi ha bisogno di Batman?