Conte e la Roma sono ormai pane quotidiano per i media sportivi:
si è spiegato lungamente del perché il tecnico salentino si sia cimentato nei confronti londinesi con Baldini e cosa lo spingerebbe a prendere in esame l’ipotesi Roma, piazza che al contrario di quanto molti pensano, lo affascina enormemente.

Manca a questo punto la via, un come: un modo per mettere il tecnico salentino sotto contratto (nelle sue ultime stagioni in Premier ha guadagnato nettamente di più rispetto agli allenatori più pagati della Serie A); in proposito ci sono due correnti di pensiero totalmente contrastanti. Qualcuno sostiene infatti che l’affare sia impossibile, vista la cifra che Conte dovrebbe percepire (intorno agli otto-dieci milioni di euro netti) tra stipendio e staff tecnico. Altri vanno dicendo che l’ipotesi sia tutt’altro che impossibile, ma le correnti di pensiero non sono mai state notizie.
Tornando allo stipendio del tecnico, probabilmente la verità sta nel mezzo, con la società giallorossa che andrebbe incontro alle sue richieste molto più di quanto non farebbe Conte, che comunque andrebbe a limare leggermente le pretese.

Perché debba farlo per approdare alla Roma? Forse Perché ancora nessuna delle società con cui ha interloquito gli ha proposto una posizione di potere simile. La società lo sa bene, non a caso lo stesso Totti ha detto che la “carta bianca” è la prima condizione imprescindibile per convincerlo. Antonio Conte avrebbe infatti pieni poteri sul settore tecnico giallorosso e, non è escluso, anche sulla campagna acquisti, ricoprendo un ruolo simile a quello del “manager inglese”.

Un’ulteriore pretesa

Ecco dunque spiegati il come e il perché, ma per assoldare un tecnico come l’allenatore pugliese bisogna soddisfare un’ulteriore pretesa: la costruzione di una squadra che possa competere ai primi posti, perché uno come lui non allestisce carri che non possano essere sormontati da possibili vincitori.
Nonostante gli ultimi risultati della Roma di Ranieri, non si può dire che questa squadra possa lottare con le milanesi del prossimo anno, probabilmente rinforzate. Dunque, per la legge transitiva, nemmeno con la Juventus.

Chi dovrebbe restare

Servono degli innesti, tenendo conto dei pochi punti fermi della Roma: quel Manolas, che ha una clausola relativamente bassa per le altre squadre di vertice, ma che con l’arrivo di Conte, e con un eventuale Champions da disputare potrebbe tingere di giallorosso anche il suo prossimo anno. Under, Zaniolo, ElShaarawy, Kolarov da tenere possibilmente in compagnia di Edin Dzeko e di un Florenzi potenzialmente rivitalizzato dal tecnico salentino, che potrebbe fare di lui il Lichtsteiner della nuova Roma.

Il campionato si vince con la difesa

Passando alle note dolenti serve innanzitutto un portiere: uno che possa competere a livelli europei, dunque tra i primi 10-15 al mondo, tenendo conto che il pazzo mercato di oggi valuta un estremo difensore del calibro di Audero circa 20 milioni di euro.
Messa al sicuro la porta bisogna anche pensare a proteggere l’area: bocciamo il duetto J.Jesus Fazio e diamo per buono il trio Manolas, Florenzi, Kolarov. Il serbo l’anno prossimo spegnerà 34 candeline ma potrebbe trovare in Luca Pellegrini una valida alternativa.
Come ci insegna la cronaca i moduli cari ad Antonio Conte sono quel 3-5-2 applicato alla Juventus dei primi scudetti, senza trascurare il 4-3-3 a lui sempre gradito. Sono quindi necessari almeno altri due centrali difensivi, non dei crack, ma un duo alla Caldara-Rugani per intenderci (tenendo conto di Mancini, già preso): servono dunque almeno altri 50 milioni (una media di 25 a testa per dei buoni interpreti del ruolo) per ingaggiare due centrali quantomeno validi, perché i campionati, soprattutto quelli italiani, passano dalle difese.

Cosa servirebbe a centrocampo

Gli intoccabili (o meglio, quelli che non si dovrebbero toccare) a centrocampo sono indiscutibilmente Zaniolo e Lorenzo Pellegrini. Un terzo che possa fare da mezz’ala manca come l’aria per tappare i buchi lasciati dalle prestazioni incerte di Justin Kluivert.
Un mediano che possa ricoprire in modo versatile il ruolo di mezz’ala (magari sinistra) sarebbe dunque l’ideale: Nicolò Barella sarebbe un nome perfetto, tenendo presente il minimo sindacale di 40 milioni da sborsare; cifra da cui non ci discostiamo molto in caso volessimo ingaggiare giovani promettenti che possano soddisfare le esigenze tecniche di Antonio Conte.

Parco attaccanti

Tenendo ElShaarawy e Schick e dovendo quindi compensare un possibile addio di Dzeko, l’acquisto di un centravanti sarebbe il minimo sindacale. Le cifre contenute non sono mai state il punto forte degli attaccanti, e la Roma deve assolutamente trovare un erede del bomber bosniaco (in caso di addio o meno) che possibilmente dia ancora maggiori certezze lì davanti. Una cinquantina di milioni per l’ingaggio di una punta alla Alvaro Morata sono quindi d’obbligo.

Tiriamo le somme

Eccoci dunque alla somma totale. Gli acquisti strettamente necessari (per una mercato ottimo) verrebbero a costare più di 150 milioni di euro. Non abbiamo tenuto conto delle cessioni, è vero, ma le cifre mostrate sono tutte arrotondate per difetto e probabilmente la Roma farà cassa con qualche addio eccellente.
Ecco il vero ostacolo della Roma per arrivare ad Antonio Conte.

Alessio De Paolis