L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, nota più semplicemente come OCSE, sconsiglia Quota 100 e Reddito di cittadinanza. “Prevede” un calo del -0,2% del Pil italiano nel 2019. A Washington, non molte ore dopo, il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), Christine Lagarde, fa sapere che la crescita globale ha subito un rallentamento. Nessuna recessione dunque, la ripresa tra fine 2019 e inizio 2020 è possibile, ma si tratta di una crescita precaria e vulnerabile. Dati e “previsioni”, aggiunge, usciranno a breve.

Chi fino a domenica sera non conosceva nemmeno il significato di OCSE – un po’ come è stato per il CNEL nel Referendum del 2016 – all’improvviso non solo ha preso coscienza dell’esistenza di questo organismo internazionale, ma ne è stato pure messo in allarme.

Non siamo nuovi a previsioni del terrore su le magnifiche sorti dell’umana gente, ma che effetto hanno queste stime e queste pubblicazioni sulla società? Secondo l’esperto, il Professore Antonio Maria Rinaldi “Noi non sapremo mai che tipo di influenza queste previsioni fatte da organismi internazionali hanno nella pratica. Ma una cosa è certa – continua – ormai sia i mercati sia l’opinione pubblica sono abituati a vedere delle previsioni disattese. Quindi anche la loro affidabilità, la loro credibilità, è estremamente diminuita negli anni”.

La profezia che si autoadempie

Nel 1948 il sociologo Robert Merton racconta di una banca, la Last National Bank, che improvvisamente vede apparire ai suoi sportelli file e file di persone che chiedono di vendere le loro azioni. Succede che si è diffusa la voce che la banca sia insolvente. Tutti gli azionisti, tentando di salvare i loro risparmi, cercano di “prelevare” quanti più contanti possibili. La voce era solo quella che oggi chiameremmo una fake-news, ma così facendo i possessori delle azioni hanno davvero causato il crollo della Last National Bank, rendendo di fatto la “previsione” realtà. Questa storia si pone a esempio di ciò che comunemente è conosciuto come Teoria della profezia che si autoadempie.

Provando a estendere la teoria ai fatti di economia internazionale attuale ci siamo chiesti: e se i dati (OCSE o Fmi) influenzassero l’opinione pubblica tanto da auto-realizzarsi? Ecco cosa ne pensa il Professore Rinaldi.

“Magari! Se fosse giusta questa teoria – commenta – allora basterebbe fare delle previsioni positive per raddrizzare l’economia. Purtroppo così non è. Esiste un’economia reale, delle dinamiche reali, dinamiche che poi sono ben diverse dalle previsioni”.

Mercato e affari

Seguendo la linea dell’economista Pierluigi Ciocca, poi, si potrebbe aggiungere che tali stime non sono del tutto prive di conseguenze se riferite all’andamento del mercato e degli affari. Poiché entrambi si appoggiano anche alle opinioni prevalenti e alla percezione del clima generale, si potrebbe allora parlare più di influenze che di effetti veri e propri sulla società. “Oltre al modo di per sé variabile – osserva Pierluigi Ciocca nel testo ‘Economia per il diritto, saggi introduttivi’ – in cui il singolo imprenditore si prefigura gli eventi futuri, il tasso di rendimento atteso è strettamente legato alla percezione che egli ha del clima generale degli affari e del grado di fiducia complessivo nei mercati. E’ legato – continua – alle opinioni prevalenti a cui convenzionalmente si tende ad aderire. Le ondate diffuse di ottimismo e pessimismo si riflettono in oscillazioni degli investimenti.

Non resta allora che attendere le stime del Fondo Monetario, tenendo bene a mente le precisazioni dell’Economista sulle previsioni OCSE: “Questi esercizi, che non solo l’OCSE ma anche gli altri organismi internazionali periodicamente fanno, alla fine vengono clamorosamente smentiti dai fatti. Perché tecnicamente sono talmente tante e imponderabili le variabili che vanno a influire sul risultato, che è praticamente impossibile prevederle.

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