La senatrice del Pd Monica Cirinnà, criticata dopo una foto con un cartello con scritto: “Dio, patria e famiglia, che vita di merd*”, è intervenuta a Radio Radio…

Un sacco di polemiche per il cartello, anche critiche dal fuoco amico

“Non vanno mai decontestualizzate le situazioni. E’ una foto fatta l’8 marzo e in quel contesto le persone come me vengono fermate per i selfie e ho fatto quella foto. E’ un concetto fascista ed è sbagliato“.

Pillon ha detto di credere fino in fondo al concetto “Dio, patria e famiglia”. Un concetto mediavele che gli piace

“Hanno una visione medievale, antica e arretrata. In tutti i contesti, questo purtroppo è vero e reale”.

Cosa pensa delle critiche del Pd?

“E’ evidente che non sono uscita da casa con quel cartello. E’ un attimo di pausa che ho preso nel corso della manifestazione. Siamo un partito plurale, ci sta che ci sia qualche critica. Ma io sono io e… Uso la mia immagine come voglio. Rinchiudevano le donne quelli di “Dio, patria e famiglia”, mi fa venire in mente un film di Sofia Loren. Faceva solo quello che voleva il marito, ossia accudire i figli e accontentare l’uomo”.

Si corre questo rischio?

“L’oscurantismo dilaga. Occhio a Verona, tutti gli odiatori del mondo si uniranno per dare segnali di regressioni sui diritti. Voglio sottolineare che non sarà presente la chiesa di Papa Francesco, ci saranno i più estremisti del mondo contro le audizioni, i gay, le donne. Un contesto di odio e discriminazioni. La Lega sta facendo leggi liberticide. Se la camicia stesa ti cade nel balcone del vicino e la vai a recuperare, uno può sparare. Il punto è un altro, non si abdica ai doveri dello stato. Non si dice alle persone armati e spara”.

Pillon non è totalmente condiviso dalla Lega

“Non se ne sta tanto parlando e non andrà in porto perché è un governo che si regge con lo sputo. Litigano su tutto, fanno solo quello che c’è nel contratto. Non ho la palla di vertro, ma la legge Pillon verrà ristrutturata”.

Nessun rimpianto per aver esposto quel cartello?

“No, lo rifarei domani mattina in quel contesto. Non me lo sono portato in aula, l’8 marzo ci sta tutto”.