Realtà che superano la fantasia, pareri che spariscono sia dai computer che dalla circolazione e retroscena inediti. Non si tratta di un fantasy ma del dibattutissimo stadio della Roma, sul quale però delle notizie sembrano appartenere alla sfera dl reale.

Il parere di Magnanelli, misteriosamente scomparso

Reale per esempio è la sparizione del parere del legale Andrea Magnanelli che ha dato l’inizio alle prime discussioni sulla realizzazione dello stadio della Roma, progetto che dunque in assenza dei documenti trova al momento le ragioni della sua nascita nella sfera della fantasia.
Non è fantasiosa però la tesi di Magnanelli che a Radio Radio Lo Sport è stata rivelata. Un’indiscrezione ritenuta – stavolta sì – attinente al reale, sia per il professor Enrico Michetti, che dal giornalista del fatto quotidiano Vincenzo Bisbiglia il quale si sta occupando del caso ininterrottamente da giorni.

Cosa c’era scritto?

Nel parere di Magnanelli” che nessuno, tra richieste di accesso agli atti e indagini, riesce a ritrovare, “sarebbe sostenuto che in caso di ritiro del progetto stadio il Comune non avrebbe dovuto pagare alcuna penale alla Roma“.
Per questo il direttore Ilario Di Giovambattista ha riferito l’indiscrezione poi analizzata in studio. “Non una questione di tifo ma di chiarezza“, anche quest’ultimo particolare non sembra risultare chiaro ai più.
Quello che sarebbe accaduto secondo Bisbiglia è un cambio di direzione trasversale da parte del Comune di Roma all’arrivo dell’atteso parere: “Evidentemente c’è stato un cambio di linea del Movimento rispetto al fatto che prima di quel parere i grillini erano stati eletti con alcuni mandati specifici, tra cui appunto il no allo stadio della Roma“.

Il Comune avrebbe potuto svincolarsi dal progetto

Una questione senza dubbio delicata da gestire” anche secondo il prof. Michetti, perché effettivamente delle via d’uscita dall’approvazione del progetto l’amministrazione grillina le avrebbe avute: “Bisogna capire la differenza tra annullamento e revoca. Con quest’ultima ci sarebbe stato bisogno da parte del Comune di sciogliersi dal progetto per sopraggiunti motivi di interesse. L’annullamento si sarebbe potuto effettuare più facilmente facendo man forte sulle carenze che – non lo dico io – il progetto comunque aveva.” Un ragionamento semplice per una sparizione misteriosa, che potrebbe rivelare una trama intricata tanto quanto la storia del progetto di Tor di Valle, non ancora nato e la cui futura realizzazione in questo momento è più incerta che mai. Forse per la testardaggine degli uomini, la stessa che si benda gli occhi in onore di una fede che poco c’entra, o forse come sospetta Michetti, “più per l’incompetenza che per la corruzione“.