Ha definito l’8 marzo una giornata che “ci dà un’opportunità, quella di fare il quella di fare un po’ il punto sulla condizione femminile nel nostro Paese e nel mondo” l’ex Presidente della Camera Laura Boldrini, ospite di “Lavori in corso” con Stefano Molinari e Luigia Luciani.

Questa mattina al Quirinale il Presidente della Repubblica ha voluto porre l’attenzione su una delle piaghe della nostra società: la riduzione in schiavitù delle giovani donne, le vittime di tratta che vengono da paesi lontani” ha ricordato in apertura la politica, specificando che il Presidente Mattarella ha invitato queste giovani donne “al Quirinale, ad essere parte integrante di questa giornata, e ha ricordato anche la legge Merlin quella che, finalmente, cancellò le case chiuse nel nostro Paese, quell’onta in cui le donne venivano schedate come prostitute e stavano lì come pezzi di carne“.

La proposta della Lega di riaprire le case chiuse è per l’on. Laura Boldrini “un’arma di distrazione di massa, azioni per non occuparsi dei problemi seri, che sono molto difficili da affrontare. Cercare di promuovere l’occupazione femminile è molto più complesso: bisogna avere una visione, anche una capacità economica di gestire il problema occupazionale. La libera scelta di prostituirsi è, se esiste, in una minima percentuale: la gran parte delle donne che sono sui marciapiedi delle nostre città sono donne ridotte in schiavitù, e noi come Stato abbiamo il dovere di occuparci di loro”.

In merito alla legge “Codice Rosso“, l’onorevole Boldrini ha osservato che “se il governo vuole fare sul serio io sono felicissima, ma allora ci deve mettere le risorse necessarie, deve dotare gli uffici delle forze dell’Ordine e anche gli uffici giudiziari delle risorse umane e materiali. Quello che è emerso nel corso delle audizioni è che la donna deve essere immediatamente presa in carico dopo aver fatto la violenza, non può tornare a casa”.

Stando alle dichiarazioni dell’ex Presidente della Camera, il provvedimento “Codice Rosso” non “prevede un esborso aggiuntivo, allora come facciamo le nozze con i fichi secchi? Questo è il punto. Non è che io non sono d’accordo: sono d’accordo con tutto ciò che mette in sicurezza la donna. Se si vuole fare sul serio bisogna dotare gli uffici e la Polizia giudiziaria di tutti gli strumenti necessari per dare seria tutela alle donne, altrimenti si rischia di fare un provvedimento bandiera di propaganda che, però, non migliora la situazione“.