Durante la presentazione del prossimo ritiro estivo del Napoli, De Laurentiis ha deciso di parlare anche dell’addio di Hamsik: “Raiola tanti anni fa a Londra, insieme a Galliani voleva portare Marek al Milan, dissi di no. Poi mi chiamò Moratti e gli risposi di fermarsi. Allegri che già apprezzava tempo fa Marek, lo voleva pure alla Juve. Ora questo ragazzo mi ha chiesto in estate di andare in Cina. Da un lato a un giocatore così corretto non potevo dire sempre no. Gli chiesi se era convinto. Poi la mia richiesta fu ritenuta alta e non se ne fece nulla. Tra l’altro io ero con un nuovo allenatore e non potevo privarlo di Hamsik. Poi abbiamo visto che Ancelotti è uno che fa giocare tutti. L’allenatore è stato straordinariamente corretto. Per valutare tutti ha dovuto rischiare qualcosa. E lo ha fatto splendidamente. Poi Hamsik abbia chiesto di partire in un momento in cui siamo ben coperti a centrocampo, per cui Ancelotti ha dato il suo benestare. Poi fra cinesi e napoletani… pagare moneta, vedere cammello”.

Il capitano però resterà per sempre nella storia del club partenopeo: “Ho detto a Marek che se va via, questa resta la sua casa. È uno che ha comprato casa a Castel Volturno, una bellissima storia. E poi non è che tutte le volte che gli ho detto di non partire lui poi ha giocato male. Un professionista esemplare”.

De Laurentiis ha concluso l’intervista parlando dei tifosi napoletani e italiani: “Il campionato? Non è ancora definito, continueremo a lottare fino in fondo. Mi dispiace per i tifosi, loro vogliono vincere solo lo scudetto. Vedere poco meno di 20 spettatori per Napoli-Sampdoria, non è stato bello. E questo significa essere tifosi? San Siro, per una partita meno importante di Champions, ha incassato 5,3 milioni di euro, quanto noi in tre partite”.

Oltre agli spalti vuoti, il presidente azzurro ha analizzato anche il problema della criminalità negli stadi: “Il problema lo devi andare a vedere nel processo inglese. Noi in Italia non abbiamo avuto mai un politico con la visione della Thatcher. Lei negli anni Ottanta fece una legge: non si può vedere la partita in piedi. C’è la prigione, un questore dello stadio. Per qualche anno gli impianti si sono svuotati per poi ripopolarsi con bambini e tifosi veri. Ma se noi negli anni Novanta abbiamo fatto gli stadi rubando… Già nel 1999 parlavo di stadio virtuale e non venivo capito. Non abbiamo mai fatto una politica per gli stadi. Difficile allontanare le frange di criminalità dagli spalti. A questo punto io mio figlio o mio nipote non lo porterei. Che il nostro Stato sia “costretto” a stare con la criminalità mafiosa lo dimostra la storia degli ultimi nostri settant’anni. E siccome un certo tipo di tifoseria se in Inghilterra era più politica, da noi è più mafiosa…”.