Intervistato da Stefano Molinari e Luigia Luciani a Lavori in corso, il Sen. Toninelli ha espresso il proprio punto di vista sulle tematiche legate all’immigrazione, e ha reso noti i provvedimenti messi in atto in qualità di ministro dei Trasporti.

Dopo l’intervento dell’ex ministro dell’interno Minniti, ad affrontare a “Lavori in corso” le tematiche dell’immigrazione, della chiusura dei porti e dei provvedimenti promossi in qualità di ministro dei Trasporti è stato il capogruppo del M5S al Senato, Danilo Toninelli.

Stefano Molinari: Ma in Italia i porti sono veramente chiusi?

In Italia i porti si aprono se li dobbiamo aprire. Fino a che non arrivasse questo governo, aprivano i porti anche se non competeva all’Italia con centinaia di migliaia di richiedenti asilo che sbarcavano. Oggi, con un governo di persone serie e rigorose che fanno rispettare la legge italiana e le convenzioni internazionali, quando una Ong chiama a sé un gommone o un barcone della morte, portato lì dai trafficanti di esseri umani, non apriamo il porto, nel senso che non spetta a noi aprirlo. Sono calati dell’80%, in pochi mesi del 2018 rispetto al 2017, gli sbarchi in Italia.

Stefano Molinari: Non ci dovrebbe essere una carta firmata da Lei sulla chiusura o meno dei porti?

Non è capitata l’occasione. Apriamo un porto quando interviene il SAR italiano, un organo nostro (Capitaneria di Porto, Marina, Guardia di Finanza), a salvare da un barcone, partito quasi sempre dalla Libia, questi richiedenti asilo che vi si trovano sopra. Lì assumiamo noi il coordinamento perché siamo responsabili di quella tratta di territorio marittimo, chiamiamola così, e io sono responsabile, fino all’attracco al porto, della sicurezza. Dopodiché interviene la responsabilità per l’ordine pubblico, sul suolo, da parte del ministro dell’Interno. Fino ad ora ci siamo coordinati e non c’è stato alcun tipo di problema e i risultati sono stati positivi.

Luigia Luciani: Sottoscrive le recenti dichiarazioni del vicepremier Lega Matteo Salvini e del suo collega e leader di partito, il vicepremier Luigi Di Maio, in merito alla questione della missione Sophia?

E’ scontato. Come si può, umanamente e razionalmente, svendere un paese come hanno fatto Renzi, Minniti e i bravi, tra virgolette, che ci governavano, a sottoscrivere una convenzione internazionale per cui, nonostante non ci sia solo l’Italia che si affaccia sul Mediterraneo, ovunque venissero salvati da quelle navi, i migranti della missione Sofia dovessero sbarcare in Italia. Ha perfettamente ragione Di Maio: è giusto che stia in piedi questa missione se anche gli altri paesi che si affaccia al Mediterraneo, e non solo, aprono i loro porti.

Luciani: Mi consenta, non c’è un conflitto con l’aspetto umano?

Il lato umano è la premessa di tutto. L’Italia è il paese che, negli ultimi anni, ha salvato nel Mediterraneo il maggior numero di vite umane. Da cittadino, prima ancora che da ministro dei Trasporti responsabile della Capitaneria di Porto, ringrazio i militari della Capitaneria di Porto. Nessuno si deve permettere di dire che l’Italia, o meglio, il governo attuale italiano sia un governo che non ha, al proprio interno, il senso d’umanità, ma l’umanità deve partire prima che partano i barconi per le coste libiche, non deve arrivare solo quando si sente al telegiornale che un gommone si trova in mezzo al mare libico da quarantadue ore. Andiamo a stabilizzare la Libia come paese destabilizzato dagli errori dell’Europa, in primis della Francia, in modo tale che non avranno più necessità di partire.”

Luciani: Tornando alle questioni romane, ieri c’è stato un incontro che riguarda Roma Capitale e, soprattutto, il trasporto pubblico, ovvero i 425 milioni di euro sbloccati. Questi soldi serviranno, di fatto, a finanziare quali tipologie di lavori sulla metro E? E perché erano bloccati?

Perché erano bloccati me lo sono chiesto anche io. Noi siamo arrivati in mezzo a centinaia di dossier in grandi difficoltà e mal gestiti c’era anche questo e li abbiamo sbloccati insieme a tutti gli interlocutori al tavolo. Un’ottima notizia per i romani, perché questi soldi riguardano le banchine, gli impianti di segnalazione. Significa che, se oggi sulle metropolitane storiche A e B, ci sono disservizi e guasti, con i soldi che già ci sono queste cose non ci saranno più o ce ne saranno di meno. E aggiungo: il ministero dei Trasporti gestisce circa il 40% degli investimenti che, annualmente, vengono fatti. Spesso ci sono occasioni in cui i soldi ci sono, ma non sono stati utilizzati e questo è il più grosso fallimento della politica degli esperti che definiscono il sottoscritto un inesperto.”

Stefano Molinari: Lei sta lavorando a un tariffario unico, ma non è che serviva lo sticker come in Svizzera, cioè che uno s’immette nelle autostrade, pagando una cifra più bassa di quella che si paga adesso?

E’ un discorso più ampio, che non ho ancora sottoposto ad una verifica, perché ho ereditato la gestione precedente. Abbiamo lavorato per non far aumentare le tariffe il primo gennaio, con i concessionari che erano abituati ad un’interlocuzione diversa. Un’ultima cosa: nel decreto Genova ho inserito una norma che dice un’autorità, un’agenzia indipendente per la regolarizzazione dei trasporti interviene nei contratti in essere con i concessionari e cancella gli extra profitti. Quando questa autorità entrerà in vigore, grazie al sottoscritto e a questo governo, a regolare le tariffe, significa che si abbasseranno i pedaggi. Non ci saranno più i primi gennaio con gli aumenti di pedaggi ma, con tutta probabilità e incrociando le dita, non aumenteranno o diminuiranno i pedaggi.”

Luigia Luciani: Tornando ai 425 milioni di euro, Lei sa perfettamente che non saranno sufficienti a sanare lo stato di quelle che, poi, sono le metro A e B. E’ possibile che possano arrivare altri soldi? E, in merito al ponte di Traiano, è possibile che ci si possa fare un pensiero?

Roma è un punto centrale per questo governo. Ci sono altri progetti e quello che dico io è che, con questa manovra, sono già stati stanziati e sbloccati una parte di soldi, e significa che, quando faremo la prossima manovra, si utilizzeranno questi 425 milioni insieme ad altri già stanziati. Sul ponte di Traiano, se necessario si e condivido quello che ha detto Giuseppe Conte: se fosse necessario un intervento del governo, questo governo lo farà.

Stefano Molinari: Cosa sta facendo il Suo ministero per accertarsi dello stato delle infrastrutture e per evitare tragedie come quella di Genova?

Non nascondo che è la più grossa preoccupazione e responsabilità che mi sento sulle spalle. Sempre nel decreto Genova, abbiamo inserito un’agenzia per il controllo delle infrastrutture e, tra circa un anno e mezzo, i cittadini italiani magari vedranno andare in giro, sotto a un viadotto, degli ingegneri del Ministero delle Infrastrutture e del Trasporto che controlleranno lo stato di salute. Se non fosse in salute, imporranno al concessionario di agire immediatamente, e se trovassero, invece, una situazione critica, imporranno la chiusura.

Luigia Luciani: Riportando una domanda di un ascoltatore, 200 mila lavoratori NCC in tutta Italia si trovano, di fatto, disoccupati per il decreto scritto da Lei, sotto dettatura dei sindacati taxi romani. Come pensa il ministro di fronteggiare la crisi sociale, umanitaria e di pubblica sicurezza che l’Italia si ritroverà ad affrontare?

Nessuna scrittura sotto dettatura, ma la questione Ncc-taxi, come dicevo prima in merito agli altri dossier dei 425 milioni bloccati, non pare che vada avanti dal 2018. Purtroppo è stata portata avanti da tantissimo tempo e abbiamo fatto un intervento tampone in merito. Se, dal primo gennaio, non avessimo fatto nulla, tutti gli Ncc dovevano tornare all’unica rimessa da cui partivano, con un unico viaggio. Posso rendermi conto che alcune cose non gli vadano bene, ma qualcosa dovevamo fare: se escono con un piano con più clienti, possono stare in giro di più e possono poi tornare alla rimessa, avendone di più all’interno della provincia. In Sardegna e in Sicilia, quando verrà approvato il decreto semplificazione, potranno avere più rimesse in tutta la regione. Dopodiché, ho dato mandato al vice ministro Rixi di aprire un tavolo tecnico con rappresentanti dei taxi e degli Ncc.”