Chissà se Pallotta sarà disgustato. Sarà più disgustato degli epiteti rivolti ai tifosi alla partenza per Firenze oppure per la sconfitta, scandalosa, di Firenze? Sarà più disgustato per una squadra che ha perso anche la sua identità oppure per una società ormai distante dalla gente? Insomma, che dice Pallotta – lui che di questa Roma è il presidente e dunque il primo responsabile – di una squadra che si fa umiliare da Chiesa e compagni, come nei peggiori incubi? Uno che ha un minimo a cuore la sua squadra, o almeno la sua azienda, avrebbe il dovere di prendere il primo aereo – e non farlo solo quando si deve parlare dello stadio -prendere il primo aereo e farsi trovare nel giro di 24 ore a Trigoria, per rendersi conto di quello che sta succedendo e per rendere conto ai tifosi di questa ennesima mortificazione.

C’era una volta la Roma che arrivava seconda in campionato, punto a punto con la Grande Inter del Triplete, eppure non andava bene. C’era una volta la Roma che collezionava successi in Coppa Italia, vinceva magari la Supercoppa Italiana, eppure non andava bene. Bisognava, così ci dicevano, fare della Roma una stella mondiale, capace di non accontentarsi di una Coppa Italia e di saper esportare il suo nome all’estero.

Di sicuro, ma non dev’essere questo che intendevano, anche negli States si parlerà di questa vergognosa sconfitta per 7-1. Di una Roma sfregiata, con un unico patrimonio: la sua la gente, il suo popolo, i suoi tifosi.
Loro sì disgustati.

Alessandro Vocalelli