Nessuno ferma la Juventus. Molti vorrebbero fermare Ronaldo Cristiano. Normale, anche su un fatto di cronaca scendono in piazza i manifestanti, cortei che si augurano la fine dell’incantesimo portoghese, lamenti di chi ne chiede perdono eterno. La verità fa male, non è soltanto una canzone dei favolosi anni, il popolo bianconero dormiva il sonno del beato, in testa alla classifica di serie A, a punteggio pieno in champions, l’arrivo del fenomeno ha portato entusiasmo e sicurezza. Di colpo lo specchio va in frantumi, di colpo la storiaccia americana mette a rischio tutta l’impresa, quattrocento milioni in fumo, il profumo diventa puzza, il sogno si fa incubo, la Juventus aspetta dai giudici del Nevada notizie meno raccapriccianti di quelli pubblicati dal tedesco Der Spiegel e ripresa dal resto della stampa mondiale.

L’ultima esibizione di Ronaldo, a Udine, ha smentito chi sollevava dubbi sul suo stato psicologico e poi fisico, nessuna tossina, nessun veleno è sembrato entrato nel circuito del robot portoghese che, anzi, ha offerto una prova superba, sigillata da un gol potente e prepotente.

Nessuno sa e molti parlano, nessuno conosce la verità a parte gli attori protagonisti ma tutti partecipano al film, tra applausi e fischi. Nel mezzo c’è la Juventus che deve proseguire la sua marcia, cosa non facilissima visto lo smog che la sta inquinando. In mezzo c’è un caso sul tavolo degli inquirenti americani che vanno diritti come nei film e quando c’è la polpa vogliono vedere anche il sangue. Ogni giorno una nuova pagina orribile, ogni giorno il desiderio di spogliare chi per anni è rimasto nascosto dal burqa del business, dell’interesse, dell’omertà, della complicità.

Tony Damascelli