Sull’omicidio di Charlie Kirk si sono scatenate le reazioni e le giustificazioni per chi ha celebrato. Gli utenti iscrivono il sospetto killer nei repubblicani.

Diceva questo, pensava quello. Sono bastati pochi giorni, forse questione di ore, affinché anche sull’omicidio di Charlie Kirk si formasse la biforcazione della società. Se da una parte c’è stata la ferma condanna, dall’altra è partito il tam tam dell’analisi sulle idee dello scomparso attivista conservatore. Con un fine dialettico non meglio precisato, molti utenti, giornalisti e politici hanno messo al vaglio i pensieri del 31enne, condannandoli. “Era razzista”, “era misogino”, “spargeva odio”. Da qui il detto: “Chi semina vento, raccoglie tempesta”, ripetuto a iosa. Ciò che però manca all’accusa ideologica è quasi sempre la fonte. “Diceva di lapidare gli omosessuali!”: questa la più clamorosa. Ci è cascato pure lo scrittore Stephen King. Si è dovuto scusare sui social perché altro non era che una fake news diventata assioma, una verità di per sé. E’ anche la più classica delle fallacie argomentative, l’appello all’evidenza: un fatto diventa vero solo perché tutti lo dicono. Ma nell’era dei social, grazie ai video, diventa più facile verificare ciò che si afferma.

Il commento di Leonardo Panetta

Bisognava conoscere Charlie Kirk anche prima del delitto“, dice in diretta Leonardo Panetta, corrispondente TGCOM da Bruxelles. “Perché molte persone mi sembra che si siano un po’ messe a parlare di questa persona solo dopo questo episodio“. Scoppiano le ipotesi anche sul sospetto assassino, Tyler Robinson. Anche lui, come l’attentatore di Trump, sarebbe stato in realtà repubblicano. Così ipotizzano in rete. Ma, “l”FBI, ha riportato, qui c’è anche chi sta mettendo in dubbio l’FBI, che sui bossoli c’erano delle scritte che rievocavano un’appartenenza politica molto più di sinistra“. Online compaiono foto ritoccate: “Su una fotografia di questo ragazzo in camera hanno attaccato una maglia con la scritta Trump e ci sono cascati in tanti. C’è una sorta di sinistro, grigio, wishful thinking, la speranza che questa vicenda si iscriva in una narrazione, mentre invece purtroppo la realtà quando capita, attenzione anche dall’altra parte, è spesso molto più mutevole, molto meno incastonata in buoni e cattivi”.

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