Sull’assassinio nello Utah di Charlie Kirk, attivista repubblicano, se ne stanno dicendo di ogni. Accanto a un evento tragico, persone comuni, politici e persino alcuni media, hanno ritenuto fosse rilevante accostare alla notizia dell’omicidio quali idee sostenesse il 31enne. “Era divisivo”, dice qualcuno. “Chi semina vento raccoglie tempesta”, “spargeva odio”, dicono molti, salvo poi in qualche caso doversi scusare come ha fatto Stephen King. L’autore su X aveva affermato che Kirk sostenesse la lapidazione a morte degli omosessuali, ma ha poi ritrattato dopo l’indignazione generale, cancellando il tweet e scusandosi per “aver letto qualcosa su Twitter senza verificare i fatti”.
Queste e altre sentenze si sentono oggi dopo l’omicidio di un padre di famiglia mentre era a uno dei suoi consueti incontri con gli studenti. Nel profondo mondo dei social della generazione Z si osservano addirittura esplicite celebrazioni e giustificazioni.
Intanto il presunto killer è stato preso dalle autorità: Tyler Robinson, 22 anni (che già dicono andasse bene a scuola). Il governatore dello Utah, Spencer Cox, ha spiegato in conferenza stampa che i bossoli inesplosi avrebbero riportato frasi come “Fascista, prendi questa!”, e il testo di “Bella ciao”.
In diretta a Capezzoom, il commento di un ascoltatore diventa scontro in diretta: “Pallottole contro bombe? Ma non si vergogna?”.










