La recente pubblicazione di alcune controverse registrazioni delle riunioni del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) durante la pandemia da COVID-19 hanno scatenato un acceso dibattito politico e istituzionale. In particolare, le dichiarazioni emerse sulle scelte vaccinali hanno suscitato preoccupazioni tra i membri della Commissione d’inchiesta sul COVID, presieduta dal senatore Marco Lisei. L’inchiesta mira a fare luce su possibili pressioni politiche e sulla gestione della comunicazione istituzionale in momenti critici della pandemia.

Lisei: “Preoccupati più di nascondere che di proteggere”

Il presidente della Commissione d’inchiesta, Marco Lisei, ha sottolineato come dalle registrazioni trapelate emerga una preoccupante ossessione nel voler occultare informazioni. “La cosa che mi ha stupito di più di quella discussione – ha spiegato Lisei – è un po’ questa ossessione nel voler nascondere le cose. C’era un dibattito e loro erano preoccupati a tenere il segreto, questo non lo mettiamo nel verbale, è meglio che non ci sia perché poi i verbali usciranno.” Per Lisei, questa tendenza a nascondere dettagli importanti ha minato la fiducia dei cittadini nelle istituzioni sanitarie, rendendo urgente un’inchiesta trasparente e approfondita.

Pressioni ministeriali e sicurezza dei vaccini

Le registrazioni hanno rivelato anche pressioni politiche per accelerare la somministrazione del vaccino AstraZeneca, nonostante i dubbi sulla sicurezza per i giovani. Negli stessi giorni in cui andavano in scena le riunioni del CTS che hanno fatto scalpore nei giorni scorsi, moriva Camilla Canepa. Proprio a questo proposito, secondo Lisei, la gestione di quelle riunioni dimostra come la priorità non fosse la tutela dei cittadini, ma piuttosto la gestione politica delle informazioni.

Comunicazione istituzionale fallace

Il senatore ha duramente criticato anche la comunicazione dello Stato durante la pandemia, definendola fallace e coercitiva: “Lo Stato avrebbe dovuto comunicare con trasparenza ai cittadini i rischi che c’erano nel fare il vaccino e i rischi che c’erano a non farlo eventualmente. Convincere le persone, non trattandole come se fossero degli sproveduti.” Lisei ha evidenziato come solo in Italia ci sia stato un approccio autoritario nei confronti della popolazione, con obblighi e coercizioni che hanno alimentato dubbi e sfiducia.

La Commissione d’inchiesta: tra ostacoli e verità emergenti

Nonostante le difficoltà e le pressioni, la Commissione d’inchiesta sul COVID prosegue il suo lavoro. Lisei ha spiegato che il lavoro della Commissione permette di portare alla luce fatti che senza indagini sistematiche sarebbero rimasti sconosciuti: “I video del CTS saranno acquisiti dalla Commissione Covid e rientreranno nella valutazione che verrà fatta dell’operato di chi ha partecipato a quei consessi.” L’obiettivo è garantire trasparenza e responsabilità nella gestione dell’emergenza sanitaria, così da rafforzare la fiducia dei cittadini e prevenire simili situazioni in futuro.