In Italia, si sente frequentemente parlare di salari bassi e del calo dei salari reali, anche in relazione alla quota del Prodotto Interno Lordo (PIL). È però fondamentale comprendere il contesto storico e attuale di questa situazione. Infatti, la riduzione dei salari reali è divenuta evidente soprattutto con il governo Draghi, in concomitanza con un’inflazione cumulativa che ha toccato quasi l’11%.

L’andamento dei salari reali negli ultimi anni

I salari reali in Italia hanno smesso di crescere fin dagli anni ’90, ma negli ultimi tre anni si è assistito a un recupero del potere d’acquisto. Dal settembre 2022, l’inflazione cumulativa si è limitata al 4%, portando a una ripresa dei salari, sebbene questi siano ancora inferiori dell’1,5% rispetto al periodo pre-Covid. Questo recupero è stato favorito anche da misure come il cuneo fiscale.

La compressione salariale e la competitività dell’eurozona

Nonostante il recupero in corso, la compressione salariale rimane un elemento cruciale per la competitività dell’eurozona. La costruzione dell’Unione Europea ha imposto una politica di contenimento dei salari reali, senza l’ammortizzatore della svalutazione del cambio che esisteva prima dell’introduzione dell’euro. Questo ha determinato una stagnazione nei salari, mentre i prezzi continuano a crescere.

Il contesto storico e la svalutazione della lira

Negli anni ’70 e ’80, nonostante l’inflazione, i salari reali crescevano in linea con l’aumento dei prezzi grazie alla “scala mobile” e alla svalutazione della lira. La situazione attuale, con l’ingresso nell’euro e l’impossibilità di svalutare la moneta, ha impedito un adeguato recupero del potere d’acquisto. Questo blocco della svalutazione, insieme alla politica orientata verso la competitività sulla domanda estera, ha contribuito a deprimere i salari in Italia.

In sintesi, l’attuale scenario di salari bassi e di calo del potere d’acquisto è il risultato di politiche economiche volte a favorire la competitività internazionale, a scapito del benessere interno. Il contesto storico, con l’abolizione della svalutazione della moneta e la continua compressione dei salari, ha avuto un impatto significativo sul tenore di vita delle persone, nonostante i segnali di ripresa recenti.