Una revisione della direttiva europea – la cosiddetta Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) – è attualmente in corso. L’obiettivo dichiarato è ridurre costi e oneri per le imprese, ma io ve ne parlo da anni. I veri dazi, oggi, non sono quelli di Trump, ma quello imposto dall’Unione Europea attraverso una burocrazia sempre più pesante.
Questa direttiva obbliga le imprese a rendicontare la propria sostenibilità – in particolare quella ambientale – ed è stata oggetto di forti tensioni nelle istituzioni europee e nei vari Paesi membri. Lo avevo previsto un anno e mezzo fa: sarebbe finita così. E infatti, oggi, l’unica certezza è un rinvio di due anni, con il cosiddetto provvedimento Stop the Clock, che sposta tutto al 2029.
Il pacchetto “omnibus” e la burocrazia che paralizza l’economia
È stato inoltre proposto un cosiddetto pacchetto omnibus, con l’obiettivo di semplificare un impianto normativo a dir poco farraginoso, ridondante e difficile da interpretare. Un impianto che prevede anche analisi complesse come quella della doppia materialità, che per la maggior parte degli imprenditori italiani è vista non come un vantaggio strategico, ma come un costo ulteriore, un intralcio, una zavorra.
Io lo dico da tempo: far parte dell’Unione Europea, per le nostre imprese, è diventato un freno, non un’opportunità. Tutto questo, tra l’altro, va a discapito di quella trasparenza e apertura informativa che doveva essere il punto di forza del sistema.
Si parla di semplificazione, ma la realtà è ben diversa
Si è deciso, finalmente, un approccio più pragmatico, volto a eliminare la rendicontazione obbligatoria e a favorire la trasparenza tramite documenti semplificati. Anche la due diligence di sostenibilità per le catene di fornitura è stata ridefinita, e in parallelo è stato introdotto un modello di rendicontazione semplificato e volontario per le imprese escluse dall’obbligo.
Ma, lasciatevelo dire: quasi nessuno lo accetterà. Perché il vero problema, per le piccole e medie imprese, è che tutta questa burocrazia fa perdere tempo, denaro e competitività. E ci fa perdere terreno rispetto a quei Paesi che non hanno questa folle macchina burocratica.
Altro che Trump e i dazi: la vera zavorra sono le leggi dell’UE
Sono mesi che si dice che ciò che penalizza le imprese sono i dazi americani. Certamente, un problema. Ma molto più pesanti sono i dazi burocratici, quelli silenziosi, che da 25 anni vengono imposti a danno delle nostre imprese, senza che nessuno ne parli seriamente.
Ecco perché, in questi giorni, durante un corso di formazione per imprenditori a Rivoli, parlerò proprio di queste questioni strategiche. Di come semplificare, davvero, l’attività delle imprese italiane.










