Leggo incuriosito che sta prendendo piede una nuova moda, una moda che a quanto pare si va diffondendo direttamente dal Brasile: si tratta dell’inedita pratica degli adulti che prendono a utilizzare il ciuccio.
Il ritorno all’infanzia come moda
Aveva perfettamente ragione il filosofo ungherese Lukács, allorché sosteneva che, nel capitalismo, la vita tende ad avvizzire tra alienazione e stravaganza. La nuova moda del ciuccio testimonia in modo adamantino il regressus ad pueritiam del nostro tempo. La civiltà tecnocapitalistica, con i suoi spazi alienati e reificati, è l’evo dell’infantilizzazione generale: infantilizzazione in forza della quale tutti diventano eterni bambini, senza mai essere adulti e maturi.
E il fanciullo, come notava Aristotele, è colui il quale ha il logos solo in potenza e che pertanto deve restare sotto la giurisdizione e la tutela degli adulti, senza mai poter agire in proprio e autonomamente. Il parco umano al tempo del capitalismo globalizzato figura in effetti come un kindergarten allargato, in cui i soggetti sono infanti a tempo indeterminato e vivono permanentemente come coloro che sono sospesi, per dirla con il poeta.
La civiltà senza padre
La meccanica dei desideri della civiltà alienata dei consumi, in effetti, ci vuole tutti eternamente bambini e desideranti, votati al consumo di merci e all’incapacità di conoscere l’esperienza del limite e della legge. Poiché il padre, come sottolineato ad esempio da Jacques Lacan, è la figura che educa il fanciullo alla legge e al senso della misura, non stupisce che la nostra civiltà stanca voglia annientare ogni determinazione del padre e fare in modo che i bambini che siamo non crescano mai, e mai apprendano il senso del limite e della legge.
Chiamano lotta contro il patriarcato quella che, a ben vedere, è semplicemente la lotta contro la figura del padre: lotta coerente con il dispositivo alienante della civiltà dei consumi e della sua infantilizzazione allargata del parco umano. La lotta contro il padre coincide dunque con la lotta contro il limite e contro la legge, contro la capacità di crescere e di educarsi.
La nuova moda giunta dal Brasile appare quindi perfettamente consona al carattere della nostra civiltà occidentale, o meglio uccidentale: l’epoca in cui tutti siamo infanti senza mai diventare maturi. Un’epoca in cui la maturità, corrispondendo per parte sua alla stabilizzazione sentimentale, politica e lavorativa, dovrebbe significare la capacità di usare la propria testa e di essere autonomi, per riprendere le note categorie di Immanuel Kant.
Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro










