La Lega di Matteo Salvini ha avanzato una proposta sconvolgente e surreale, per non dire apertamente manicomiale. La proposta prevede infatti di punire severamente quanti osino criticare le politiche genocidarie di Israele, equiparandoli di fatto agli antisemiti (e a tutto l’antisemitismo). Ciò accade, peraltro, per spietata ironia della storia, proprio quando Israele decide ufficialmente, e con l’appoggio indecoroso di Donald Trump, di occupare totalmente la Striscia di Gaza. Ci siano allora consentite soltanto tre telegrafiche considerazioni a volo d’angelo.
Libertà di Espressione in Pericolo
In primo luogo, ritorna ancora una volta la ben nota censura democratica, la mordacchia liberale. Una forza politica (in questo caso la Lega, ma non molto tempo prima anche la signora von der Leyen con la sua demenziale idea dello scudo democratico) propone apertamente di limitare la libertà di espressione, come se fosse una cosa del tutto ovvia e ragionevole. Quando in realtà, lo sappiamo bene, limitare la libertà di espressione significa necessariamente limitare la già periclitante democrazia. Come insegna il grande filosofo Baruch Spinoza, in un governo democratico ciascuno può dire e pensare ciò che vuole.
Israele Oltre Ogni Critica?
Seconda considerazione. Per la Lega di Matteo Salvini, come per molte altre forze politiche, Israele non si può nemmeno criticare, dal momento che deve avere per definizione sempre ragione, anche quando palesemente ha torto e, come nel caso specifico, sta compiendo un vero e proprio massacro genocidario ai danni dei palestinesi. Un massacro su cui, vogliamo ricordarlo, iniziano ora i più ad aprire gli occhi, non da ultimo lo scrittore israeliano Grossman, che ha detto di dover a malincuore riconoscere che a Gaza è in atto appunto un genocidio.
Israele, criticare le sue politiche non c’entra con l’antisemitismo
Terza e ultima considerazione. Ritorna ancora una volta il teorema demenziale secondo cui criticare le politiche genocidarie e criminali di Netanyahu equivale ad essere antisemiti. Si tratta anche in questo caso della ben nota carta truccata, che permette di ostracizzare a priori ogni possibile critica alle politiche di Israele, subito liquidata come antisemita. Lo ribadiamo allora per l’ennesima volta: si può benissimo criticare Netanyahu, criminale di guerra, e insieme essere contrari a ogni forma di antisemitismo. E questa, per inciso, è oltretutto la nostra posizione. Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti: la Lega di Salvini è un partito del tutto organico all’ordine dominante neoliberale e all’imperialismo di Israele. Era chiaro da tempo, ma ora ne abbiamo – come si suol dire – la prova definitiva.










