Il futuro di Dusan Vlahović è diventato un rebus per la Juventus. Il club bianconero vuole liberarsi dell’ingaggio pesante del serbo, ma senza offerte concrete resta tutto fermo. Intanto, si valuta l’ipotesi estrema di escludere il giocatore dal progetto tecnico. Una situazione che, come sottolinea Tony Damascelli, “riguarda un po’ tutto il sistema calcio”.

Vlahović tiene bloccato il mercato bianconero

Il mercato della Juventus è fermo, e il motivo è chiaro: finché Vlahović resta, il club non può muoversi sul fronte offensivo. La società ha già chiuso l’arrivo di Jonathan David, ma non sa ancora chi sarà l’altro attaccante:
Hanno preso David perché non sanno ancora chi sarà l’altro attaccante. Se Kolo Muani, o se Vlahović, o se Milik, oppure addirittura un quarto. È una situazione di impasse che durerà così fino al 31 agosto”, ha spiegato Damascelli a Radio Radio Mattino – Sport e News. La Juventus, di fatto, è in attesa: o si trova una sistemazione per Vlahović, oppure si rischia di chiudere il mercato senza l’ulteriore innesto necessario per il reparto offensivo.

Nessuna offerta reale, ma tanti rumors

I giornali parlano, ma le trattative vere scarseggiano. Si è parlato di un possibile inserimento del Milan, ma Damascelli chiarisce: “Si dovrà capire quali siano le intenzioni vere del Milan, che si muove anche su altre figure”. E smonta alcune indiscrezioni circolate nelle ultime settimane: “Un giornale, non mi ricordo se il Corriere o La Stampa o forse Repubblica, scrive di un’offerta di 10 milioni più Bennacer. Il mercato scritto così è bellissimo perché si può dire, sostenere e scrivere qualunque cosa. A me non risulta. Non sono un uomo di mercato, ma non mi risulta proprio questa situazione”. Parole che sottolineano quanto oggi il mercato sia spesso più virtuale che reale.

Soluzione estrema: fuori rosa fino a gennaio?

Nel caso in cui Vlahović rifiutasse tutte le destinazioni, la Juve sarebbe pronta alla linea dura. Damascelli non esclude l’ipotesi: “Al 31 agosto dice: io non firmo per nessun altro, non gioco per nessun altro. Benissimo, allora stai qua e stai fuori rosa. Può anche essere una soluzione. Non è la soluzione, ma una delle soluzioni”. Una mossa che però danneggerebbe tutti: “Anche perché a livello economico sarebbe la peggiore. Ma anche per lui, perché non giocherebbe più fino a gennaio, finché non si trova una squadra”. Uno scenario pesante, ma non impossibile, se il braccio di ferro continuerà.

Il nodo Bosman e il potere dei club

Per Damascelli, il caso Vlahović è lo specchio di un problema più ampio che tocca tutto il calcio europeo. “La legge Bosman è stata una vittoria a livello sindacale ed è stata una sconfitta dei club a livello tecnico-finanziario”, afferma, riportando un aneddoto storico su Zidane: “Zidane voleva andare alla Juventus, ma sua moglie preferiva il mare di Madrid. Il Real offrì 60 miliardi, la Juve disse: ‘Ok, ma alle nostre condizioni’. E lo cedette a 150. Le condizioni le pone chi vende, non chi compra”. Un principio che, secondo Damascelli, la Juventus deve oggi riaffermare anche nel caso di Vlahović: “Se volete questo giocatore, decidiamo noi. Non possono decidere sempre i procuratori. Anche se così è, purtroppo”.

La Juve si trova davanti a un bivio: piegarsi alla volontà del giocatore e del suo entourage o riprendere il controllo della trattativa. Con il 31 agosto che si avvicina, l’unica certezza è l’incertezza. Il tempo delle parole – e dei rumors – sta finendo. È il momento delle decisioni forti.