I tre grandi errori dell’economia mondiale che tutti dovremmo conoscere (uno ci sta rovinando)

Ci sono tre cambiamenti in corso nelle politiche economiche globali, e sono tre cambiamenti dei quali vi parlo da anni.

Spesa Pubblica vs Debito Pubblico

Il primo riguarda il tema della cosiddetta spesa pubblica contrapposta al debito pubblico. Ormai molti commentatori hanno finalmente compreso ciò che ripeto da tempo: se non si sostiene la domanda interna e si punta esclusivamente, come ha fatto l’Unione Europea, sulla domanda estera (cioè le esportazioni), si finisce per indebolire l’economia. L’euro forte, nato per essere un euro debole rispetto al vecchio marco, ha finito per avvantaggiare sostanzialmente la Germania e danneggiare gli altri. Così abbiamo distrutto la capacità del privato di acquistare, non sostenendo la domanda interna con una vera spesa pubblica, bloccati dal feticcio del debito pubblico. Ma non si è capito che così si aggrava il rapporto debito/PIL: se distruggi il PIL, il rapporto tra numeratore e denominatore non può che salire.

Il fraintendimento dell’ESG

Il secondo tema è quello dell’ESG (Environmental, Social, Governance). Da tempo si parla di ambiente in modo fazioso e moralistico, evitando di condannare le grandi imprese che realmente inquinano, e che nel nostro Paese abbondano. Invece, si pretende che l’Europa, un continente piccolo e vecchio, si carichi sulle spalle l’intero problema del cambiamento climatico, come se potesse da sola cambiare le sorti del mondo. Questa è stata una politica prevalentemente europea, che ha posto l’accento sui cosiddetti stakeholders (portatori di interessi esterni) piuttosto che sugli shareholders (portatori di interessi interni, cioè gli imprenditori). Questo ha generato un enorme disagio, soprattutto nelle piccole e medie imprese.

La retromarcia sull’ESG

Anche su questo fronte si sta facendo lentamente marcia indietro. Gli Stati Uniti, i mercati finanziari, le borse e, più in generale, l’economia di mercato, hanno ormai capito che si tratta di una strada moralistica e non sostenibile economicamente. La priorità non può essere assegnata solo a ideali astratti, ma deve tenere conto della competitività e della sostenibilità economica delle imprese, che sono il vero motore della crescita.

Gli effetti della Globalizzazione

Il terzo grave errore è stato quello della globalizzazione, di cui sentiamo parlare da 30-40 anni. Solo di recente si sta parlando di reshoring, cioè del ritorno delle produzioni nei Paesi d’origine. Questo fenomeno è partito dagli Stati Uniti, ma tenderà probabilmente a coinvolgere anche i vecchi continenti, che avevano deciso di affidare all’Asia la produzione, approfittando dei bassi costi del lavoro. Tuttavia, così facendo, si sono private di competenze e capacità produttiva fondamentali. Ecco, questi sono stati tre errori storici. Vedremo cosa accadrà in futuro, ma vi offro questo quadro perché gli imprenditori con cui lavoro lo hanno capito da tempo.

Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi