Guida pratica per capire a fondo la truffa dello schiavo moderno | L’editoriale

Non sempre ciò che viene dopo è progresso. Aggiungendo una postilla a Manzoni, si potrebbe dire ultimamente che non solo non è progresso, ma è, il più delle volte, una truffa se non un modo di aumentare la coercizione da parte del potere.
Stiamo pagando l’energia, il triplo, il quadruplo di quello che costava pochi anni fa, tre, quattro anni fa. E perché? Perché c’è stata la guerra, gli aumenti, la privatizzazione. All’aspetto economico si affianca quello del potere incontrastato: l’installazione di impianti in grado di fare ricerche approfondite sui nostri dati è ormai un trend inarrestabile verso il monopolio di un sistema di macchine sostanzialmente programmate per fotterci tutti.

Tramite questo sistema, che sembra una gran figata, si affermano macchine che sono di proprietà di alcuni soggetti privati straricchi, che potrebbero ricomprarsi nazioni intere. Hanno tutti i nostri dati archiviati nelle loro macchine, nelle macchine di loro proprietà, le quali sono istruite non solo a dare a noi le risposte che loro vogliono che ascoltiamo, ma addirittura poi dopo a creare degli automatismi per dominarci, per sottometterci.
Capire l’inganno è relativamente semplice: qual è la logica? Quella di farci star bene? Vi sembra che stiate bene tutti quanti?
Lo stipendio che voi guadagnate vi permette di avere una vita agiata? Vi permette di acquistare una casa agevolmente ? Di pagarvi un paio di vacanze l’anno magari in posti decenti? Di avere un’auto moderna che rispetti la moderna tecnologia, che abbia tutti gli standard?
Oppure di condurre una vita di moderato benessere?

Ce l’avete tutti oppure c’è qualche milione di persone che fa la fame? Oppure la stragrande maggioranza delle persone con il loro stipendio arriva a malapena a fine mese a far quadrare i conti e mangiare e – forse – a far studiare i propri figli a un livello basico?
Quello che viene spacciato per progresso non risolve, ma aggrava una divisione fra le classi anche sul mercato della conoscenza, e quindi di possibilità di sviluppo della propria vita.
Chiarito questo, occorre sapere come si chiama. Sapete la parola giusta da utilizzare per queste persone che lavorano magari dalla mattina alla sera? Sopravvivenza. Schiavitù.

Che cos’è uno schiavo, se non uno che si fa un mazzo tanto e riesce semplicemente a sopravvivere? Anzi, in certi casi della Storia il padrone vuole che lui sopravviva e che sopravviva bene, perché deve continuare a fare lo schiavo.

Quindi lo deve far mangiare bene, concedergli un po’ di gioco, di panem et circenses: alla fine i latini avevano ragione a darci delle indicazioni con alcuni detti stringati ma efficaci come questo.
Oggi il circense, cioè il gioco, da dove viene? Ce l’abbiamo, sì: per comprarti quel cellulare ti devi indebitare per anni. Però poi dopo ci giochi. E dopo cosa resta?

Nulla se non la sopravvivenza e il debito. Non hai tempo per te, per la cultura, per imparare delle cose, per godere, per giocare veramente al gioco che vuoi tu e non quello che vogliono loro.

Quindi qual è la differenza fra l’uomo di oggi e lo schiavo di ieri? Fatevi questa domanda e datevi una risposta, aiutatevi guardando alla fine del mese quanti soldi vi avanzano.

L’editoriale VIDEO di Fabio Duranti | Guarda la premiére 19 febbraio 2025