Il presagio sull’implosione dell’UE: l’Italia supera la Germania in crescita!

Parliamo oggi di dati statistici. L’ultimo trimestre del 2024 ha segnato una crescita zero rispetto al trimestre precedente e un modesto +0,5% sulla base annua. Quindi dei dati assolutamente modesti. E dopo un primo semestre positivo, l’economia italiana ha rallentato, con il settore agricolo e i servizi in difficoltà, mentre l’industria e l’export hanno dato un contributo più positivo. Insomma, complessivamente la crescita annua è stata molto modesta, lo 0,5%, ma grazie a quattro giorni lavorativi in più del 2024 il dato corretto si avvicina all’1% in linea con le previsioni del Governo.

Insomma, per il 2025, come sempre, l’obiettivo è ambizioso: è una crescita del 1,2%, ma la verità è che il punto di partenza è nullo. La domanda interna sarà cruciale, quella interna che le regole europee stanno distruggendo, dato che il contributo estero sarà probabilmente limitato.

Il confronto con gli altri Paesi offre un quadro più favorevole

La Germania ha chiuso l’anno con un dato negativo, – 0,2%. La Francia ha registrato un +0,7%. Insomma, dal 2019 l’Italia ha segnato una crescita del +5,6% superando la Francia, +4%, e la Germania, che ha crescita 0%.

Ecco, questi sono dati secondo me molto importanti perché vuol dire che il nostro Paese, come alcuni esperti di fondi internazionali mi segnalano da tempo, è apprezzato sui mercati internazionali. Il settore delle costruzioni ha trainato l’economia con una crescita del più 35% rispetto al pre-pandemia, però attenzione che i fondi del PNRR faticano a trasformarsi in investimenti. Come avevo previsto, sui 122 miliardi incassati più o meno la metà ne sono stati spesi solo 60 miliardi, con altri 110 miliardi da utilizzare entro il 2026.
Una sfida veramente complessa.

Insomma, la crescita italiana sembra poca cosa, ma se confrontata con quella tedesca diventa quasi un successo. E’ una questione di prospettive: c’è sempre qualcuno che sta peggio di noi.

Ora, in tutto questo, la cosa incredibile è che continuiamo a mantenere fiducia in questo sistema voluto da un’Unione Europea, e che era a traino Germania, ma come vi ho documentato nei dati non lo è più. E chissà che non si realizzi quello che io avevo ipotizzato anni fa, cioè che prima o poi vada in crisi per volere di coloro che la costituirono, ovvero proprio la Francia e la Germania.

Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi